Alcune deleghe ambientali tornano alle Province e alla Città metropolitana. Si tratta di quelle che hanno a che fare con i controlli periodici su tutte le attività di gestione, intermediazione e di commercio dei rifiuti e accertamento delle relative violazioni, nonché le competenze sulla verifica e il controllo dei requisiti per l’applicazione delle procedure semplificate previste da un decreto del 2006.

“Ma sono funzioni minori – precisa il presidente della Toscana, Enrico Rossi – Le deleghe ambientali più importanti, comprese quelle che riguardano la gestione dei rifiuti, rimangono in campo alla Regione”. Il passaggio è operativo dal 30 maggio scorso e alle Province sarà trasferita, previo confronto, anche la documentazione sui procedimenti in corso.

La Regione, approfittando del riordino delle funzioni provinciali conseguente alla legge Del Rio, aveva deciso nel 2017 di offrire al mondo delle imprese un solo interlocutore sulle autorizzazioni semplificate e l’attività sanzionatoria in materia di rifiuti. L’aveva fatto su sollecitazione e in accordo con le Province e con la Città metropolitana di Firenze. “Ce l’avevano chiesto loro” rimarca Rossi. L’obiettivo era quello di portare ad unitarietà e funzionalità l’esercizio di queste funzioni.

“Poi però – aggiunge – Grosseto e Lucca hanno avanzato un ricorso”. E la Corte Costituzionale ha messo in discussione la modalità organizzativa adottata, in quanto un accordo tra Enti non può superare la legge dello Stato, che alle Province affidava appunto quelle competenze. “Le decisioni della magistratura chiaramente si rispettano” conclude il presidente. L’abrogazione della norma, conseguenza alle sentenza pubblicata a fine aprile dalla Consulta, non creerà comunque problemi né per le amministrazioni né per la collettività.