C’erano proprio tutti a salutare il procuratore Aldo Giubilaro, ufficialmente in pensione dallo scorso 6 maggio: i sindaci dei comuni di costa e della Lunigiana, il prefetto Paolo D’Attilio, i rappresentanti delle forze dell’ordine, il senatore Massimo Mallegni, colleghi e dipendenti della procura e del tribunale, amici. Ma soprattutto c’era anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, anche lui a suo tempo indagato per il buco della Asl apuana, che ha sottolineato “il rispetto che Giubilaro ha  per le persone, la volontà di approfondire gli aspetti, del resto chi svolge ruoli importanti – ha detto – deve accettare di essere sottoposto alla verifica della verità”. “La collaborazione è stata ottima” ha aggiunto Rossi ricordando le attività di carattere ambientale, contro le morti sul lavoro. Tutti i presenti hanno dimostrato affetto, riconoscenza, gratitudine per aver lavorato nell’interesse della collettività e nel rispetto delle persone. Il sindaco Francesco Persiani, da avvocato, ha sottolineato l’impegno profuso, ma anche l’umanità del procuratore che “pur essendo chiamato a contrastare gli illeciti lo ha sempre fatto con dispiacere”. Infine la parola al protagonista della giornata, il procuratore che a Massa Carrara ha passato gli ultimi 8 anni e che non si è sottratto dallo spiegare la lettera di saluti che molto ha fatto discutere: “l’unica finalità era qualcosa di inconsueto e non banale confermato dalla pesantissima autoironia”.

Giubilaro, emozionato, ma anche perfetto padrone di casa quell’ironia che lo contraddistingue l’ha mantenuta anche per il suo ultimo saluto alle autorità e alla cittadinanza massese. “La lettera di pensionamento è stata un cazzotto nello stomaco” ammette, “penso di essere stato un uomo normale, se ho fatto qualcosa di buono sono contento, se ho fatto qualcosa di meno buono chiedo scusa, ma sul momento lo ritenevo giusto”. Poi i ringraziamenti, “sono grato per quello che ognuno di voi mi ha insegnato”.