
A seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini e delle indagini effettuate dalla Capitaneria di Porto, la Procura di Massa Carrara, circa tre mesi fa, ha messo sotto sequestro il depuratore di Lavello 1 nel Comune di Massa.
Acque reflue fuori norma, parte degli impianti non funzionanti: la Procura afferma che il tasso di reflui fognari che entra nel depuratore e che ne esce bonificato, è minimo. Non solo, gli impianti sottoposti a verifica risultano sprovvisti delle autorizzazioni agli scarichi nelle acque superficiali da oltre sette anni!
Il sequestro dell’impianto non ha comportato un blocco dell’attività dello stesso, che proseguirà ininterrotta, seppur nella sua limitatissima efficacia, come sottolineato dal Capitano Scibilia. Ai responsabili della gestione è stata inviata l’ingiunzione ad apportare in tempi brevissimi una serie di bonifiche e miglioramenti, per far sì che l’impianto finalmente svolga il compito per cui è stato costruito.
Per quanto emerso, molti cittadini di Massa si sono attivati dopo il sequestro per chiedere il rimborso della quota in tariffa relativa alla depurazione, come previsto dalla sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale.
Ci domandiamo infatti come si possa pretendere di addebitare e quindi riscuotere per un servizio effettuato da un depuratore privo di una vera autorizzazione, e con una depurazione dichiarata inefficace al trattamento dei reflui: la mancanza di trattamento primario ha di fatto messo in crisi anche i trattamenti successivi, generando la necessità di una eccessiva disinfezione.
Nonostante tutto, GAIA spa continua ad affermare che il depuratore funziona e che le analisi dell’acqua in uscita dal depuratore sono a norma, fatto confermato anche dai tecnici ARPAT addetti a monitorare gli scarichi. La Procura risponde che gli accertamenti tecnici (e di altra natura) effettuati dimostrano esattamente il contrario, tant’è che il GIP ha convalidato il sequestro. Da sottolineare inoltre che il malfunzionamento era stato segnalato dai cittadini che negli anni hanno fatto denuncia in tutte le possibili sedi per morie di pesci, cattivi odori e quant’altro.
Il richiamo alle analisi dell’ARPAT pare del resto assolutamente inopportuno, poiché pure i tecnici addetti sono indagati per favoreggiamento.
Anche dopo il sequestro del depuratore i cittadini hanno continuato a denunciare sversamenti e cattivi odori, chiedendo l’intervento delle autorità preposte al controllo: Capitaneria di Porto e ARPAT. E’ stato segnalato anche un continuo movimento di cisterne, giustificato da GAIA con la necessità di dover svuotare le vasche sottoposte a potenziamento, per riversare il contenuto in altre o per trasportare i cosiddetti inoculi, necessari a stimolare il processo biologico; ma gli inoculi altro non sono che fanghi attivi.
In Commissione Ambiente del Comune di Massa i dirigenti di GAIA S.p.A. hanno affermato di aver effettuato degli sversamenti nel Lavello, a seguito di una autorizzazione provvisoria dalla Regione Toscana. Hanno poi assicurato che i lavori già in fase di attuazione saranno terminati prima dell’estate; occorreranno però altri 2.300.000 euro per le opere di mitigazione ambientale, al fine di ridurre i cattivi odori.
la Regione ha autorizzato in via provvisoria (decreto dirigenziale della direzione ambiente e energia n. 4554 del 29/03/2019) lo scarico del suddetto depuratore nel Fosso Lavello fino al 31/12/2019, nel rispetto delle prescrizioni date.
Tale autorizzazione provvisoria è stata rilasciata per il periodo strettamente necessario alla realizzazione degli interventi previsti dal Piano Stralcio dell’Autorità Idrica Toscana (Deliberazione n. 15/2016), che dovrebbero migliorare e potenziare i trattamenti ossidativi secondari e in particolare l’aerazione del sistema a fanghi attivi. Ma nell’autorizzazione non si fa alcun cenno agli impianti di dissabbiatura, disoleatura e sedimentazione, per i quali è stato eseguito il sequestro (impiantistica che abbatte almeno il 50% dei solidi sospesi e porta a una diminuzione della sostanza organica). Gli interventi sulle vasche di ossidazione ridurranno i volumi di reflui da trattare di un terzo rispetto alla situazione precedente (dei 1572 mc se ne perdono 500), diminuendo quindi la capacità depurativa.
GAIA, entro 30 giorni dall’autorizzazione, dovrà trasmettere i dati relativi allo stato dei lavori al Settore Autorizzazioni Ambientali della Regione Toscana, ad ARPAT, all’A.I.T. e al Comune di riferimento, specificando se vi sia una diminuita capacità depurativa e soprattutto se occorra operare in bypass parziale o totale (cioè sversando i reflui fognari non depurati nel Lavello), comunicando la durata delle eventuali sospensioni parziali o totali dell’attività di depurazione.
I cittadini, soprattutto chi vive vicino all’impianto, non hanno assolutamente la percezione di un miglioramento dell’operatività del depuratore. Pertanto chiedono che ARPAT effettui un monitoraggio costante del depuratore Lavello, utilizzando tecnici non appartenenti al dipartimento di Massa e Carrara; che le analisi vengano effettuate sia sulla porzione di reflui che viene depurata, sia su tutti i tipi di scarico diretto nel fosso Lavello, compresi i reflui in bypass parziale o totale, come previsto dall’autorizzazione; che tutte le informazioni e le analisi eseguite vengano rese pubbliche in tempi ragionevoli.