
Il Centro Studi Alcide De Gasperi è un’associazione di promozione sociale che da venticinque anni segue la realtà massese, vivendone le speranze e le criticità. Ha elevato la propria voce e avanzato proposte con manifestazioni e col giornalino L’APE in momenti significativi della vita cittadina.
Di fronte a quanto è avvenuto a Massa nella giornata della celebrazione del 10 aprile, non può tacere il proprio profondo sconcerto. Il consiglio direttivo, a commento di quella giornata, ha espresso la propria preoccupazione sul significato e sui riflessi di quanto è accaduto nei termini che seguono.
Al momento dell’accesso alla sala consiliare dei partecipanti alla celebrazione della Liberazione di Massa, indetta dall’Amministrazione comunale, i rappresentanti dell’ANPI ed alcuni esponenti politici, presenti unitariamente nel cortile coperto del palazzo civico, abbandonavano la manifestazione, marcando la propria assenza alla iniziativa istituzionale che radunava nell’aula consiliare le autorità militari, civili e religiose, le associazioni d’arma e combattentistiche, dei reduci e delle vittime di guerra, l’associazione dei patrioti apuani, rappresentanti di associazioni di volontariato, cittadini e gruppi di studenti delle scuole cittadine.
Lo sgarbo civile e politico commesso con quel gesto è suonato come gratuita offesa a tutti i presenti alla cerimonia, attribuendo di fatto alla medesima un significato di iniziativa di parte e quindi divisiva e strumentale. Tanto più che a quell’abbandono ha fatto seguito una manifestazione pomeridiana organizzata dagli assenteisti del mattino, quasi a testimonianza di un presunto antifascismo autentico ed esclusivo.
C’è da augurarsi che l’intera vicenda sia da attribuire a passate e recenti incomprensioni.
A proposito di antifascismo, il Centro Studi De Gasperi, a 74 anni di distanza da quella disastrosa dittatura, ritiene che le apologie del fascismo vadano perseguite a norma di Costituzione e di legge; e che i veri pericoli politici attuali da contrastare decisamente siano le tendenze alle cosiddette “democrature”, che puntano a rendere sempre più deboli i Parlamenti e sempre più forti i governi; che costruiscono nemici e seminano odio con l’utilizzo incontrollato delle tecnologie di persuasione di massa. Questo dovrebbe diventare il nuovo e fertile antifascismo.
Infine, poiché unità e pacificazione sono valori indispensabili alla crescita democratica, questo Centro Studi si ripromette di promuovere iniziative atte a favorire nella società massese una maggiore coesione, tanto indispensabile a questa città e che si dimostrò tanto esemplare ed efficace negli anni sofferti della Resistenza.