
Eleonora Lama, ex assessore alla Cultura di Massa, non ha voluto rassegnare le dimissioni costringendo il sindaco Francesco Persiani a revocarle le deleghe. E con lei anche all’ex vicesindaco Guido Mottini. Ma non ci sta a subire la “cacciata” dalla giunta silenziosamente: “tutto è immobile nell’operato di questa giunta – dichiara senza mezzi termini – il settore Cultura costituiva una eccezione e adesso forse anche questo problema è stato risolto”. La Lama difende l’operato di questi nove mesi sia a livello amministrativo sia politico, “credo che sia questa classe dirigente locale e regionale a non essere in sintonia con la forza propulsiva che la Lega rappresenta” attacca. Poi la mostra di Veneziano e il quadro di Cristo che ha fatto tanto discutere e che è una delle motivazioni, ma non solo, del suo allontanamento. Intanto sottolinea che la solita mostra, a Palermo, sta avendo grande successo di pubblico e critica e a Massa era arrivata a 3.000 visitatori. “Rivendico la scelta, preselezionata da una commissione qualificata, e sono convinta che la tutela delle tradizioni – continua – non sia una scusa sufficiente per convalidare l’atteggiamento oscurantista e illiberale dell’amministrazione massese che, unitamente a qualche dirigente politico, ha pensato di isolarmi”. E proprio al suo partito ricorda di aver “eseguito esattamente quanto preannunciato in campagna elettorale”. Infine, il calendario estivo: “era di certo quanto di più innovativo e discontinuo potesse immaginarsi – prosegue l’ex assessore – i contatti con la Fondazione Andrea Bocelli avrebbero permesso di promuovere iniziative di livello internazionale, nonostante dei 100 mila euro assegnati in bilancio alla cultura, 80 mila fossero destinati ad una manifestazione sponsorizzata dal Sindaco”. “L’idea che avevo della gestione del mio assessorato era nell’ottica degli unici parametri per me fondamentali – conclude Eleonora Lama – la qualità delle iniziative e il ritorno per il territorio. Nient’altro”.