“Questa discarica da tempo doveva essere chiusa. Il Consiglio regionale ha approvato una specifica mozione in questo senso e anche i comuni di Montignoso, Seravezza, Pietrasanta e Forte dei Marmi hanno approvato atti di indirizzo che vanno nella stessa direzione. Il problema nasce dal fatto che ancora la Regione Toscana non ha approvato alcun piano sull’amianto, contravvenendo a precise indicazioni nazionali. Questo piano dovrà indicare siti e tecnologie per lo smaltimento. Questa discarica è stata giudicata non idonea a questo fine”.  Lo ha dichiarato il presidente della Commissione di inchiesta su discariche sotto sequestro e ciclo rifiuti in Toscana Giacomo Giannarelli (M5S), al termine del sopralluogo effettuato questo pomeriggio a Cava Fornace o ex cava Viti , stabilimento gestito da ‘Programma Ambientale Apuane’ spa.

Ad accogliere la Commissione il presidente della società ‘Programma Ambientale Apuane’ Enrico Giarda, insieme al direttore Paolo Bartolini, e il comitato di Montignoso contro la discarica. Con il presidente Giannarelli hanno partecipato al sopralluogo la consigliera regionale Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) e il presidente della commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, Giacomo Bugliani (Pd).

La discarica di Cava Fornace, ha ricordato il presidente Giannarelli, nasce a supporto del settore lapideo, poi con il tempo si è trasformata fino ad accogliere rifiuti di tutti i tipi.

“Esprimo soddisfazione per questo incontro – ha osservato Enrico Giarda -; il nostro obiettivo è gestire la discarica in maniera totalmente trasparente e definire gli obiettivi aziendali all’interno di un progetto condiviso con Regione Toscana”.

Il comitato contro la discarica ha ribadito le sue perplessità sulla scelta di questo sito quale discarica generalizzata di rifiuti, e ha ricordato che le autorizzazioni vigenti permettono di svolgere l’attività fino a una quota determinata, che è quota 43.

“Stiamo ancora aspettando dall’assessore Fratoni una nota di attuazione sulla mozione approvata dal Consiglio – ha aggiunto Giannarelli – con le motivazioni che impediscono la chiusura di Cava Fornace. Eventuali problemi o penali siano scritti nero su bianco, sarà poi compito della politica affrontarli”.