Le imprese agricole vivono più a lungo e superano meglio di altre le difficoltà. In provincia di Lucca il loro tasso di sopravvivenza è decisamente più alto rispetto a tutti gli altri settori. Un’azienda nata nel 2016 avrà, un anno dopo, il 94,6% di possibilità di essere ancora aperta contro una media provinciale dell’88,7%. Lo dice l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati della Camera di Commercio di Lucca. Il dato non cambia di molto se prendiamo in considerazione l’anno 2014 come quello di iscrizione: un anno dopo il tasso di sopravvivenza è del 94,3% rispetto una media, sul totale di imprese, dell’88,6%: è il tasso più elevato davanti a settori come commercio, trasporti e turismo. Nel 2016 il tasso di sopravvivenza scende al 92% (media 78,4%) e nel 2017 all’81,6% (media 69,4%). “Chi investe in agricoltura scommette sul Made in Italy ma soprattutto su uno stile di vita e su una prospettiva a lungo termine – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – Il dato, almeno per noi, non è sorprendente. Chi apre un’impresa agricola inizia un percorso che lo accompagna per tutta la vita. L’attività professionale si intreccia a quella privata e spesso, si confondono. L’agricoltura ha dimostrato, anche in questi anni molto difficili, di saper reagire meglio alla crisi e di saper trovare anche la capacità di adattarsi ai mutamenti grazie al principio della multifunzionalità che consente per esempio ad un’azienda agricola di produrre ortaggi ma anche di fare attività di ristorazione o manutenzione del territorio mediante convenzione”.

A scommettere sull’agricoltura sono soprattutto i giovani e le donne: sono 222 le imprese agricole under 35 mentre le imprese rosa sono 777, in pratica un’impresa femminile su tre è guidata da una donna (32%). L’altro dato interessante da analizzare è legato all’occupazione a fronte di una leggera flessione del numero di imprese (dati relativi al terzo trimestre 2018): “l’agricoltura – conclude Elmi – sta dando risposte anche occupazionali. Gli occupati sono cresciuti del 5% contro una media provinciale dell’1,1%. L’agricoltura è già il nostro presente ma sarà sempre di più il nostro futuro”.