Ammontano a poco più di 300 mila euro i soldi che Vodafone Italia deve al comune di Massa per il canone di locazione delle antenne di telefonia mobile sul territorio, arretrati che l’amministrazione comunale sta tentando di ottenere attraverso una mediazione con l’azienda. La vicenda è complessa e si sta giocando a suon di carte. Vodafone ha otto antenne sul comune di Massa, ma per alcune di queste dal 2015 non ha bonificato i pagamenti concordati sui relativi contratti sostenendo che le infrastrutture si trovano su aree del patrimonio indisponibile quindi di non dover pagare quanto pattuito ed auto stabilendo una cifra molto più bassa. Generando così il debito nei confronti del comune. Quelle antenne, però, si troverebbero in aree del patrimonio disponibile in base al piano delle antenne approvato nel 2005 e aggiornato nel 2017, «e che sarà aggiornato di nuovo quest’anno» ha precisato l’assessore all’Innovazione tecnologica Andrea Cella. In pratica, per tutte le antenne l’azienda internazionale dovrebbe annualmente all’amministrazione 132 mila euro di canone, mentre in base ad un protocollo di intesa di Anci e al tariffario Tosap (tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) e Cosap (canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) ne vorrebbe versare solo 37 mila. L’accordo siglato da Anci, H3G, Vodafone e Wind nel 2015 prevede la determinazione del valore del canone di locazione delle stazioni radio base su beni comunali, prendendo come base il valore del bene calcolato dall’Osservatorio del mercato immobiliare. E in base a quel protocollo «che è solo indicativo per i comuni» sottolinea Cella, Vodafone vorrebbe abbassare i canoni. Ma la questione maggiore è relativa alle infrastrutture del parcheggio di via Mascagni a Marina di Massa, di via Tavola nei pressi del cimitero di Mirteto e di via del Cacciatore, in Partaccia, per cui l’azienda di telefonia pretenderebbe di pagare solamente il suolo pubblico. Vale a dire 500 euro annui o poco più. Stando ad una sentenza del Tar Piemonte le tariffe Tosap e Cosap si applicano ai luoghi pubblici appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile, «ma le nostre antenne sono tutte su patrimonio disponibile – continua l’assessore – quindi Vodafone deve rispettare i contratti stipulati che prevedono quei pagamenti; intanto ci paghi gli arretrati poi potremmo anche discutere gli accordi, ma se non abbiamo i soldi smontino pure le antenne dei contratti in scadenza. Si tratta anche di correttezza verso gli altri gestori che non hanno fatto alcun problema».