
Mettevano in scena incidenti falsi tanto che le forze dell’ordine hanno parlato di una “Cinecittà” massese, ognuno con il suo ruolo ben definito quando dell’automobilista ferito, quando del testimone. Oltre ai medici, periti delle assicurazioni e avvocati che ormai sapevano bene come documentare i falsi incidenti. L’operazione “Il botto”, iniziata tre anni fa, ha portato all’arresto di 17 persone: 4 in carcere e 13 ai domiciliari. Federico Radicchi praticante avvocato e il fratelli Stefano, gli avvocati Jonatha Cirillo e Matteo Natali, Lino Palla radiologo, il dottor Auro Fillini, Cesare Tonini cardiologo, Vincenzo Verduci ortopedico, Cristian Mucciarelli, il vigile Renzo Mosti, Emiliano Gentili consulente per risarcimenti, Eleonora Pucciarelli, Nadia Masini, i dottori Mario Pucci e Silvia Palamidessi, Stefano Pucci e Paolo Comiotto investigatore privato milanese specializzato in infortuni. Altri 130 sono indagati. Due organizzazioni criminali, hanno detto polizia e carabinieri che, coordinati dal sostituto procuratore Alessandra Conforti, questa mattina dalle 5 hanno eseguito le ordinanze di custodia per frodi a danno di assicurazioni e enti pubblici e che dovranno rispondere dei reati di corruzione, falso materiale ed ideologico in atti pubblici. Un totale di 159 capi di imputazione per centinaia di incidenti, alcuni dei quali mai verificatisi, con danni stimati per le assicurazioni di circa 3 milioni di euro facendo lievitare a tutti i cittadini apuani l’importo delle polizze Rca. Una richiesta di misura cautelare di 500 pagine e un’ordinanza del Gip Ermanno De Mattia, in cui “esprime sdegno per i professionisti” ha detto la Conforti, di ben 1200 pagine. L’operazione ha coinvolto all’alba 80 uomini tra polizia e carabinieri oltre ad un elicottero del 4^ nucleo Carabinieri di Pisa. I militari sono intervenuti anche a Milano. E’ stata una delle indagini più complesse portate avanti dalla procura apuana che ha sottolineato la collaborazione tra forze dell’ordine per smantellare una struttura ben oliata e che “aveva poi ricadute enormi sull’intera collettività”. “Pensiamo che Massa Carrara – ha sottolineato il procuratore Aldo Giubilaro – dopo Napoli, è la provincia con il più alto indice di sinistrosità in Italia”. E secondo la dottoressa Conforti questa “è solo la punta dell’iceberg”. “Ho fatto una sceneggiata alla Mario Merola” dice uno dei presunti feriti, “è stato bravo, è venuta l’ambulanza, tutto ok” risponde l’altro dall’altro capo del telefono. E’ quanto si sente in un video diffuso dagli inquirenti in cui si vede come “nasceva” un incidente. “Era un vero e proprio un set cinematografico” hanno sottolineato Antonio Corcione, dirigente della squadra Mobile della Questura di Massa, e il colonnello Tiziano Marchi, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri. Se in alcuni casi gli incidenti erano “ingigantiti”, molte volta la situazione veniva creata ad hoc, poi il tutto veniva corredato dalla documentazione sanitaria completa degli esami diagnostici e strumentali necessari per supportare l’inesistenza delle lesioni denunciate dalle vittime. A questo veniva aggiunta la documentazione fotografica, documentale e peritale, e poi c’erano le testimonianze in tribunale per cui molti sono indagati. Le due associazioni criminali, a detta degli inquirenti, erano talmente ben strutturate che riuscivano a tenere aperti e seguire più casi contemporaneamente.