“L’ospedale Noa di Massa Carrara in vendita assieme agli altri 3 ospedali apuani”: questa la notizia apparsa ieri sulle colonne del “Sole 24 ore”. Sembrerebbe ormai definitiva la decisione di Pietro Astaldi, Presidente del Consiglio di Amministrazione della “Astaldi srl”, società attiva dagli anni 20, che nel corso degli anni ha realizzato complesse opere ingegneristiche in quasi 70 paesi, nonché titolare delle concessioni su tutte e 4 le strutture sanitarie del territorio apuano. La vendita è in programma entro la fine dell’anno, con ipotesi di guadagno netto di circa 20 milioni di euro. Pare infatti che la situazione dell’ azienda non sia delle più floride e che sia quindi costretta ad effettuare un aumento di capitale di 200milioni di euro e che, nonostante ciò i 200milioni non bastino. A premere affinché si giunga ad una solidità finanziaria più corposa JP Morgan ed Algebris, la prima, società finanziaria con sede a NY e la seconda invece, società britannica  di gestione del risparmio. “Le operazioni di – project financing – servono solo al privato e socializzano le perdite”: così interviene Nicola Cavazzuti, consigliere comunale di Rifondazione Comunista a Massa. “Ci domandiamo quali saranno le condizioni in cui si troveranno gli operatori delle cooperative interne all’ospedale, e soprattutto, che fine farà la sanità pubblica una volta finita nelle mani del privato”. Cavazzuti sottolinea ancora che il Noa non risponde alle necessità del territorio, trasformandosi, adesso più che mai, assieme al vecchio ospedale di Massa come area abbandonata, che rischia di essere sottratta alla Comunità per poi essere venduta al miglior offerente. “ I servizi sanitari sempre più privatizzati costringono i cittadini a disservizi, e gli operatori a condizioni di lavoro sempre peggiori”, ha detto il consigliere, avanzando esplicita richiesta ai Sindaci, ed a Enrico Rossi, Presidente della Regione ed assessore alla Sanità, di fare chiarezza su quella che è e potrebbe essere “l’idea di sanità” e soprattutto che i cittadini vengano informati sugli interessi della stessa collettività senza però tralasciare gli interessi di natura finanziaria.