C’è l’ordinanza del comune di Massa che punisce le aziende del lapideo se non puliscono i piazzali da marmettola e fanghi. Come preannunciato nelle scorse settimane, il dirigente Fabio Mercadante, ha firmato l’atto il cui scopo è ridurre l’inquinamento dovuto alla polvere di marmo di sorgenti e corsi d’acqua, dai bacini estrattivi fino a valle. Entra quindi nel vivo l’operazione “cave pulite” del settore ambiente dopo aver concesso alle imprese anche 30 giorni di tempo per presentare tutte le osservazioni e i contributi del caso. L’ordinanza mette in chiaro tutte le norme nella gestione degli scarti della lavorazione del marmo, in particolare della marmettola, uniformando prescrizioni, divieti e regole fra le varie autorizzazioni rilasciate negli anni, andando anche a definire multe e sanzioni, fino alla sospensione dell’autorizzazione. Il comune chiede la pulizia completa di piazzali, bancate, fronti di cava, strade di collegamento, da effettuare più volte nel periodo invernale, quando le piogge sono più abbondanti, per evitare che la polvere di marmo, dilavata, possa finire nelle sorgenti e poi nei fiumi. Le aziende dovranno segnare su un registro le date delle operazioni di pulizia e le quantità rimosse, sempre a disposizione per eventuali controlli. “Le linee da seguire sono poche, ma precise: il materiale fine deve essere raccolto e smaltito comunicando tutte le procedure al Comune – spiega il vice sindaco Uilian Berti – dove viene utilizzata l’acqua per le lavorazioni deve essere installato un idoneo sistema di raccolta e convogliamento, per evitare ogni tipo di infiltrazione”. Il materiale di scarto o roccioso trovato in cava e la dispersione delle acque saranno considerati come violazione del “Divieto di abbandono” per il quale è prevista una sanzione da trecento a tremila euro; possono anche costituire violazione alla Legge regionale 35/2015 della Toscana e in tal caso i provvedimenti arrivano fino alla sospensione dell’attività.