Giornata di follia nel carceredi MASSA: protagonista un detenuto che ha improvvisamente e violentemente aggredito un Sovrintendente della Polizia Penitenziaria che era in servizio con un forcone. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Quel che è avvenuto è un fatto gravissimo, che poteva avere pericolosissime ripercussioni sia per l’incolumità di altri poliziotti  che sul mantenimento dell’ordine e della sicurezza all’interno del carcere di Massa. La professionalità e l’abnegazione del personale di Polizia Penitenziaria del Reparto, cui va il mio apprezzamento, ha gestito al meglio un evento critico che avrebbe potuto avere drammatiche conseguenze”, commenta il Segretario nazionale della Toscana del SAPPE Pasquale Salemme. “Un detenuto di 45 anni, che stava scontando una lunga pena detentiva, per gravi reati (omicidio) , all’invito del personale di Polizia di rientrare all’interno della Sezione detentiva di appartenenza, ha aggredito con un forcone un Sovrintendente della polizia penitenziaria. È successo nell’area verde, dove il detenuto si trovava per svolgere attività risocializzanti di addetto alla serra. Grazie alla scaltrezza e professionalità del personale intervenuto nell’immediato, si è potuto evitare il peggio.  Il Sovrintendente, a seguito dell’evento, ricorreva alle cure del P. S. Dell’ospedale di Massa.

 “E’ stata un’esperienza allucinante, gestita con grande sangue freddo e professionalità dai bravi Agenti di Polizia Penitenziaria”, commenta il Segretario Generale SAPPE Donato  Capece. “Al collega ferito va tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Ma il grave fatto conferma la tensione che continua a caratterizzare le carceri, al di là di ogni buona intenzione. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto”, conclude. “Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria”.

Proprio per tale ragione, il SAPPE e le altre Organizzazioni Sindacali della Polizia Penitenziaria hanno unitariamente annunciato nei giorni scorsi di  interrompere le relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a decorrere dal giorno 26 luglio 2017.

“Da Perugia a Verona, da Prato a Piacenza, da Rieti a Cassino, da Frosinone a Gorgona: sono solo alcune delle realtà in cui sono in atto mobilitazioni da parte del personale di Polizia penitenziaria a causa di condizioni di lavoro sempre meno sopportabili. Una serie di aggressioni violente nei confronti del personale, si stanno registrando all’interno dei reparti penitenziari, generando allarme fra il personale, nell’apparente disinteresse dell’Amministrazione Penitenziaria e del mondo politico in generale e senza che la stessa Amministrazione dia segno di voler correggere in alcun modo i percorsi custodiali attivati da qualche tempo. Nulla si muove, non si portano a conclusione le materie affrontate e la quotidianità, specialmente nelle periferie, si snoda sulla speranza che le condizioni non peggiorino”. 

Questi i motivi che hanno indotto il SAPPE e le altre OO.SS rappresentative del Corpo a interrompere le relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a decorrere da ieri, 26 luglio 2017, e ad organizzare nel contempo le forme di sostegno alle rivendicazioni consentite di cui si darà successiva comunicazione.