“I compiti del personale AVO non hanno assolutamente nulla di sanitario” questa la replica di Giuliano Biselli Direttore sanitario dell’Ospedale Apuane alle accuse di Salvadori.

“Nessuna delibera regionale – prosegue Biselli – prevede l’utilizzo di operatori socio-sanitari o infermieri nella fase di accoglienza in pronto soccorso come riportato dal rappresentante UIL  ma personale preparato, preferibilmente non sanitario. In quest’ottica si sono mosse anche  le  altre Aziende sanitarie che hanno cercato di dare pratica attuazione alla delibera RT n 140 /2008. Mi preme sottolineare che, da quando abbiamo attivato il percorso, il flusso dei pazienti é notevolmente più snello e i reclami si sono ridotti”.

Nel  progetto, “io ti abbraccio”, sono chiaramente delineate le funzioni assegnate ai volontari AVO che sono un “anello di congiunzione” fra il personale sanitario e gli utenti in attesa, successivo alla presa in carico del paziente, non sostitutivo dell’organizzazione e non rivolto alla gestione degli aspetti sanitari del processo di cura. Il compito principale del personale volontario di sala è quello di fornire la collaborazione operativa, seguendo le indicazioni del personale sanitario. Per migliorare l’orientamento dell’utenza e la comprensione del processo di cura, anche relativamente ai servizi, alle modalità di accesso e ai percorsi interni, i volontari forniscono spiegazioni e informazioni generali. Per quanto riguarda infermieri ed operatori socio sanitari, i numeri  evidenziano a maggio 2017 (rispetto a dicembre 2016) un incremento complessivo, in tutto il territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest, di 220  unità (di cui 127 infermieri, 11 OSS e 78 altro personale di comparto ruolo sanitario), assunti in gran parte a tempo indeterminato. La tendenza è infatti quella di far diminuire i tempi determinati a favore di assunzioni stabili. Sono stati reclutati, sempre per il comparto, anche alcuni operatori interinali, nelle more di ingressi da graduatoria già previsti. E’ opportuno precisare che alcuni riassestamenti si rendono necessari a causa di assenze improvvise, quindi non programmabili del personale in turno, ma l’Azienda continua ad operare – a Massa come negli altri ambiti territoriali – per stabilizzare il personale e per garantire una dotazione organica adeguata alle esigenze della cittadinanza.