Fita Cna ancora all’attacco sulla Strada dei Marmi dopo le “puntualizzazioni” della Progetto Carrara. Puntualizzazioni che però non trovano riscontro nella realtà. “La mia dichiarazione – spiega Massimo Ricci, Presidente Fita Cna Massa Carrara che aveva denunciato mal funzionamenti dei ventilatori ed elencato tutte le criticità che accompagnano il transito dei camion da e per le cave passando dalla Strada dei Marmi – non è in alcun modo difforme dalla realtà ma corrisponde a quando da me personalmente verificato la mattina del 14 marzo, mentre transitavo lungo la galleria Macina. Che poi nella stessa siano presenti 17 e non 15 ventilatori – posso aver sbagliato a contarli – e che lungo tutta l’arteria ve ne siano installati 52 non prova la non veridicità di quanto detto. Quel che mi premeva e mi preme è portare all’attenzione della Progetto Carrara ed ai vertici dell’amministrazione locale di Carrara quanto più volte segnalato e ribadito nel corso di incontri e sopralluoghi che si sono svolti dall’apertura della Strada dei Marmi, ovvero che, al di là del numero dei ventilatori funzionanti e soggetti a manutenzione, attribuire la causa del problema delle polveri al solo traffico pesante è troppo semplice e riduttivo: i mezzi pesanti infatti, che caricano in cava, ambiente polveroso per natura, e trasportano materiali quali terre, scaglie e blocchi, sono gli unici ad oggi a transitarvi.  Non sono stati gli autotrasportatori – spiega ancora – a progettare una strada che si sviluppa quasi completamente in galleria e non sono stati loro ad individuarne il tracciato né tantomeno ad scegliere Miseglia Bassa quale area per costruire l’impianto di lavaggio e di pesatura del materiale estratto”. Fita Cna ricorda le pessime condizioni delle strade su cui sono costretti a transitare i camion: “Non è responsabilità della nostra categoria se la disastrosa condizione delle strade al monte (per sistemare le quali si procede con la politica del rattoppo, anziché con quella della manutenzione programmata che garantisca interventi duraturi) ed un sistema di canalizzazione e di raccolta delle acque piovane o provenienti dai siti estrattivi e dei fanghi pressoché inefficace o del tutto mancante fanno sì che fango e terre finiscano col raggiungere le strade pubbliche e da lì, per trascinamento delle ruote dei veicoli (che non lievitano) e per la pendenza, raggiungono la Strada dei Marmi all’interno della quale poi, seccando, si trasformano in polvere. La nostra associazione, che da sempre rappresenta e tutela le imprese di autotrasporto che operano nel rispetto della normativa e delle regole, ha più volte segnalato e condannato tutti quei comportamenti che mettono a rischio la sicurezza della circolazione stradale e l’incolumità dei conducenti, siano essi titolari d’impresa che dipendenti, in primis mancato rispetto dei limiti di velocità, del divieto di sorpasso e di copertura; l’ultima volta proprio nel corso di un incontro con la Polizia Municipale nel corso del quale si è affrontato il tema della coperture del materiale”. La principale associazione degli artigiani difende gli autotrasportatori: “Il fenomeno polveri – spiega ancora Ricci – che si intensifica in lunghi momenti della giornata e che in particolari periodi dell’anno è particolarmente elevato, non è perciò esclusivamente riconducibile a comportamenti non corretti della categoria, ma è determinato dal concatenarsi dei suddetti fattori che quota parte contribuiscono al suo verificarsi; è quindi necessario intervenire in modo efficace nei confronti di ognuno di essi in modo da ridurlo il più possibile, evitando di puntare il dito solo verso dell’anello più debole e vulnerabile della filiera. Quanto da me dichiarato e che viene vissuto dai colleghi che transitano quotidianamente lungo la Strada dei Marmi, testimonia semplicemente che allo stato attuale è indispensabile tarare i sensori che governano il funzionamento dei ventilatori in maniera tale da farli attivare in anticipo rispetto ad oggi, in modo da evitare che la presenza delle polveri e dei gas di scarico raggiunga livelli troppo alti per essere smaltiti e con tempistiche che garantiscano la sicurezza della circolazione e la salubrità dell’ambiente; come sarebbe altrettanto opportuno fare una riflessione sull’orientamento dei ventilatori in modo da capire se modificando quello attuale sia possibile ottenere migliori risultati per quel che riguarda la fuoriuscita delle polveri dalle gallerie, sempre che le si voglia far uscire”. L’altro nodo è legato all’impianto di lavaggio nei confronti del quale Fita Cna ha manifestato, più e più volte, le sue perplessità sulla reale efficacia: “proprio in questi ultimi giorni ci è stato segnalato che i camion adibiti al trasporto blocchi, che dovrebbero essere riconosciuti dal sistema che governa l’impianto lavaggio dei veicoli e quindi “lavati” solo livello delle ruote e dello chassis, sono raggiunti dal getto degli ugelli sia sul pianale che sul materiale che trasportano. Non so se ciò sia dovuto ad un malfunzionamento temporaneo che può sempre capitare oppure ad una nuova procedura.

Ad ogni modo a nostro parere anche queste situazioni comportano l’aumento di fango e terra all’interno della Straca dei Marmi con tutte le conseguenze che ne derivano sotto il profilo del sollevamento polveri nelle gallerie”. Fita Cna chiede un potenziamento delle operazioni di pulizia e lavaggio della Strada dei Marmi: “sarebbe opportuno effettuare le verifiche del caso per valutare oltre ad una loro implementazione, se sia più efficace aggiungere alla spazzatura ed al lavaggio della strada anche la rimozione manuale dei cumuli di fango e terre depositati a bordo carreggiata, che difficilmente possono a nostro parere essere rimossi dalle macchine operatrici. Come più volte dimostrato la nostra associazione – conclude Ricci – si è sempre resa disponibile a partecipare a tutti quei percorsi di confronto utili a risolvere i problemi della categoria e non solo, e anche oggi lo conferma. Attendiamo di essere convocati.”