Si conclude con l’ordinanza n.4 firmata stamani dal Commissario del Parco Regionale delle Apuane Alberto Putamorsi, la querelle sull’area estrattiva della cava Romana di Massa.

Una vicenda lunga, iniziata nel giugno dello scorso anno allo scadere delle autorizzazioni di coltivazione della cava, quando il Parco (con l’ordinanza n 3 dello 03.06.2016) ordina alla ditta Turba Cava Romana srl la sistemazione ambientale delle aree interessate dalle lavorazioni difformi ricadenti in area parco. Il 13 ottobre la ditta trasmette la planimetria con il rilievo dello stato attuale della cava, con sovrapposto lo stato autorizzato, sulla quale il Parco ha inserito il limite dell’area estrattiva. Secondo le verifiche, la quantificazione dei volumi escavati in difformità dalla pronuncia di compatibilità ambientale, risultano i seguenti:

 

all’interno dell’area estrattiva sono stati scavati volumi e gallerie in difformità rispetto alle gallerie autorizzate per un ammontare di circa 4.900 mc;

 

all’interno dell’area parco, come individuata dalla legge regionale n. 65/1997, sono stati scavati volumi e gallerie per un ammontare complessivo di circa 21.000 mc (prendendo invece in considerazione i confini dell’area parco come individuati dal proponente nella documentazione del 2010, i volumi scavati in area parco ammontano a circa 2.800 mc);

 

Così, l’8 Novembre 2016 il Parco trasmette alla ditta Turba Cava Romana srl la planimetria della cava, contenente lo stato attuale, lo stato autorizzato e l’individuazione del limite dell’area estrattiva perché “la ditta medesima – si legge nell’ordinanza n.3 del 28/03/2017 – ha gli elementi per individuare e riportare tale limite cartografico all’interno delle gallerie e di ogni altra area del cantiere estrattivo.”

 

L’ordinanza firmata stamani dal Commissario Putamorsi fissa quindi la “riduzione in pristino, la risistemazione e l’eventuale ricostruzione dell’assetto morfologico ed idrogeologico e delle specie vegetali ed animali” nonché “la risistemazione ambientale, comprensiva dell’assetto definitivo delle discariche, delle lavorazioni eseguite in difformità dalla Pronuncia di Compatibilità Ambientale e dal Nulla osta del Parco, ricostruendo l’assetto dei luoghi precedente le opere difformi

L’ordinanza prevede inoltre di “integrare le opere di riduzione in pristino e sistemazione ambientale delle aree ricadenti in area parco sulla base del limite tra l’area contigua di cava e l’area parco.”

 

La ditta, che aveva già interrotto la lavorazione presso la cava Romana, avrà trenta giorni di tempo per presentare al Parco un nuovo piano di ripristino.