I consiglieri regionali M5S Irene Galletti e Giacomo Giannarelli hanno affiancato la senatrice M5S Sara Paglini nella delegazione partecipe all’assemblea dei lavoratori SANAC di ieri pomeriggio. Chiedono al Presidente Rossi di attivarsi immediatamente per il primo obiettivo minimo: la proroga della messa in vendita dell’azienda.

“Serve un aiuto immediato da parte di Rossi, non possiamo aspettare il prossimo Consiglio post natalizio. Chiami il Ministro Calenda, suo compagno di partito, e chieda almeno la proroga per la messa in vendita di SANAC. Il 31 gennaio è dietro l’angolo e serve più tempo a Governo e parti sociali per discutere una soluzione condivisa. Soluzione ad oggi assente perché Calenda insiste nel dividere i destini di Ilva e Sanac. Rossi ci parli, ottenga la proroga, altrimenti nell’area di crisi Massa Carrara entrano sì i 90 nuovi assunti di GE Oil & Gas ma il saldo tornerebbe presto negativo con la perdita del posto di lavoro per 115 dipendenti Sanac” commentano Galletti e Giannarelli.

“In questi anni governi ciechi e sordi ai veri bisogni del Paese hanno solo perso del tempo prezioso e non si è fatto un progetto serio rivolto alla siderurgia: manca una visione nazionale e il coraggio di presentarla con chiarezza. SANAC produce refrattari per il mondo dell’acciaio, sistema brevettato e completamente progettato nello stabilimento di Massa. 115 dipendenti, più un indotto importante, sono legati però al destino della controllante ILVA – alla quale destina il 60% della produzione – la cui disastrosa situazione è responsabile del  mancato pagamento delle forniture realizzate dall’azienda, che per questo è diventata insolvente nei confronti dei creditori e oggi è in amministrazione controllata” precisano i Cinque Stelle.

“Nell’incontro avvenuto al Ministero dello Sviluppo Economico il 12 dicembre, il governo ha continuato a prospettare una vendita separata di ILVA e SANAC. Una soluzione che allo stato attuale, senza manifestazioni di interesse verso SANAC, significa mettere a rischio i dipendenti di Massa e quelli degli altri 3 stabilimenti nazionali della società. Temiamo la speculazione di un eventuale spezzatino che potrebbe favorire chi desidera solo prendere sottocosto tecnologia e know how per portare magari a breve brevetti e conoscenze in paesi esteri. Quei paesi dove mancano le nostre tutele ambientali e le politiche del lavoro sono ancora più tragiche delle nostre” concludono i Cinque Stelle.