Più controlli e attenzione durante lo sporzionamento dei pasti a tutela della salute dei bambini. Li chiedono le mamme della primaria Aurelio Saffi dopo che, martedì scorso, durante l’orario di mensa, è stato avvistato un verme in una porzione di insalata. A trovare la sgradita sorpresa è stata un alunna di quinta che, pronta a inforchettare una foglia, si è vista nel piatto un vermetto vivo. La bambina ha avvisato la maestra che a sua volta ha chiamato le cuoche. «Il personale è stato ineccepibile. L’insegnante e le cuoche hanno provveduto immediatamente a consegnare il piatto all’Ufficio Scuola che si trova ai piani superiori della Saffi» spiega la dirigente dell’Istituto Comprensivo Carrara e Paesi a Monte, Luciana Ceccarelli. Le parole della preside suonano come una replica a distanza agli interventi di alcune mamme che attraverso i social network hanno protestato perché nessuno avrebbe provveduto a documentare l’episodio scattando una semplice foto al cellulare. Un “testimonianza” non necessaria, lascia intendere la dirigente Ceccarelli, visto che “le prove” sono state consegnate direttamente all’ufficio competente. I genitori, come spesso accade, si dividono tra chi ritiene l’episodio grave e chi, senza fare drammi, si limita a sollecitare maggiore attenzione. Anche per questo i rappresentanti di classe si sono attivati per chiedere un incontro con l’Ufficio Refezione Scolastica: «Vogliamo solo segnalare questo disguido e aumentare il livello di attenzione… si tratta di piatti che vengono somministrati a bambini, alcuni anche piccoli, quindi serve la massima cautela» ha dichiarato Monica Brozzi, rappresentante dei genitori della classe coinvolta, spiegando che la prossima settimana si terrà un incontro tra i responsabili dell’ufficio comunale e i rappresentanti di classe. Intanto, fa sapere la mamma, all’interno della Saffi è stato effettuato un sondaggio, informale, per capire se ci siano stati anche altri episodi: «Pare che sia un caso singolo e isolato. Probabilmente si è trattato di una svista. Sappiamo che ci sono problemi più gravi – conclude la signora Brozzi – ma serve più attenzione. Anche nei controlli».