Meno castagne ma stagione salva. Gli appassionati di mondine, ballotti e frittelle possono tirare un sospiro di sollievo. La raccolta, in corso in questi giorni tra i boschi della provincia di Massa Carrara, sarà leggermente inferiore per effetto della siccità e degli ungulati la cui presenza è sempre più un impedimento all’attività agricola. Non è infatti stato il cinipide galligeno, il killer più temuto dai castanicoltori lunigianesi, il pericolo numero uno. A fornire un primo quadro è Coldiretti Massa Carrara sulla base della puntuale analisi dell’Associazione Nazionale Città del Castagno. “Il Lunigiana si stima un calo, se pur leggero, della produzione tra il 10% ed il 20% a seconda delle zone anche se in alcune aree la produzione è stata addirittura maggiore. Nel complesso la stagione è molto positiva. – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Coldiretti Massa Carrara – La lotta al cinipide inizia a dare i primi buoni frutti e dopo quattro anni orribili con la produzione che si è progressivamente ridotta fino all’azzeramento, i primi segnali sono incoraggianti. Ed i risultati si vedono. Se il cinipide non fa più paura sono invece gli ungulati ad arrecare danno a questa produzione messa a dura prova anche dalla mancanza di acqua. Il loro contributo allo spopolamento dei nostri boschi e delle nostre campagne è purtroppo sempre più pesante”. Nel versanti delle Alpi Apuane – si legge nell’analisi dell’associazione nazionale Città del Castagno – la presenza di galle prodotte dal cinipide sulle piante è bassa, e la produzione è discreta, di ottima pezzatura e assenza di bacato e marciume, anche se risente dell’andamento climatico sfavorevole: piogge nel momento della fioritura e siccità estiva. Per quanto riguarda il Marciume del castagno, derivante dal fungo Gnomoniopsis pascoe, è attualmente praticamente assente, grazie soprattutto all’estate molto siccitosa che ne ha limitato il proliferarsi. Molto positivo il parere degli “addetti ai lavori”. Per Barbara Maffei dell’agriturismo impresa agricola “Montagna Verde” di Apella, a Licciana Nardi, apprezzato per la sua cucina tipica e per essere una delle mete culinarie del km zero del Parco Appennino Tosco Emiliano. La farina prodotta è certificata Dop. “Meno castagne a causa della siccità ma più qualità. – commenta – Avremo una farina super. La stagione è stata, fino a qui, molto positiva. La presenza del cinipide è stata molto limitata, i castagneti hanno reagito molto bene. Stiamo essiccando le castagne nei metati così come previsto dal disciplinare di produzione. La certificazione di origine è l’unico strumento che ha il consumatore per essere certo di stare acquistando farina al 100% locale. E’ una garanzia di tracciabilità, trasparenza e serietà”. Il piatto dell’autunno dedicato alle castagne sarà all’agriturismo di Barbara e Luca Maffei lo gnocchetto fatto con farina Dop ed accompagnato da porro e lardo nostrale. Punta invece sul salmerino con castagne Claudio Bini, imprenditore agricolo e chef dell’agriturismo “Al Vecchio Tino”, a Fivizzano. Altro punto di riferimento della cucina tradizionale incentrata tutta su prodotti a filiera corta anche per il giovane imprenditore-cuoco il raccolto è stato buono. “Direi generoso. – spiega – Ho raccolto di più dello scoro anno. Circa quattro quintali che ho già messo ad essiccare. Le castagne sono grandi e sane. Io sono molto contento e lo saranno anche i miei clienti”.

La produzione ridotta a livello nazionale con punte che hanno toccato anche il 90% in alcune zone, oltre al danno economico, aumentano i rischi per il consumatore di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo e dall’Albania. Ma anche farine miscelate con diverse tipologie di castagne. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Un modo per tutelare l’alta qualità della produzione Made in Italy che conta ben quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno, ben cinque si trovano in Toscana ed uno legato alla Lunigiana, la farina di castagne Dop. “E’ necessario che le istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull’origine delle castagne. Se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Massa Carrara – prestate attenzione alla qualità privilegiate  un più genuino fai da te casalingo per essere sicuri di mangiare un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Scegliete prodotti certificati e a km zero che potete acquistare nei nostri mercati degli agricoltori di Campagna Amica, alle sagre in programma in questi giorni o presso le imprese agricole.