Quella era la sua casa. La casa della vita, della famiglia e dei sacrifici. Quei due piani con un pezzo di giardino li aveva messi su mattone dopo mattone e adesso aveva perso tutto. Difficoltà finanziarie lo avevano messo in ginocchio e la casa di famiglia era stata messa all’asta. L’altra mattina era avvenuta la vendita. Dopo due aste andate deserte l’incubo per il piccolo imprenditore carrarese protagonista di questa tragica vicenda legata alla crisi, era divenuto realtà. E lui questa realtà non è stato in grado di affrontarla.

L’esito dell’asta in tribunale lo ha saputo a fine mattina, venerdì. Ha incassato, facendo finta di nulla e ha continuato la sua giornata: ha accompagnato la moglie dal nipotino ed è tornato a casa. Lo ha trovato senza vita il genero, era già morto all’arrivo dell’ambulanza del 118, proprio in quella casa tanto amata e che da allora in poi non sarebbe stata più sua, nè dei suoi figli per cui aveva lavorato una vita nella sua piccola impresa artigiana.

L’uomo, un sessantenne che fino a qualche tempo fa aveva una sua attività in proprio, una piccola impresa con qualche dipendente nel settore dell’edilizia, da tempo stava facendo i conti con una crisi che, con lui, aveva colpito duro. E la difficoltà lui, conosciuto dagli amici come una persona serena e ottimista, aveva cercato di affrontarle a testa alta. Fino all’ultimo atto, quello che lo ha toccato negli affetti più profondi. Perchè quella casa non era solo un edificio vuoto. Era la storia, la famiglia. Era tutto. Ed era proprio quella casa che le banche avevano preteso a garanzia.

il tirreno