La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il testo unificato sul vino, recependo le richieste che da anni il settore vitivinicolo avanzava al legislatore: «Questa legge aiuterà a riordinare un comparto economico che genera 9,5 miliardi di euro di fatturato solo dalla vendita – sottolinea l’onorevole aretino Marco Donati –. Un richiamo alla qualità e all’unicità della produzione vitivinicola italiana e, in ambito internazionale, una maggiore protezione del Made in Italy e, in particolare, del Made in Tuscany».

Tre gli elementi guida del testo unificato: semplificazione, per rendere il settore più competitivo; valorizzazione, del prodotto e della sua unicità; trasparenza, come garanzia per i consumatori. Nel 2015 l’Italia è tornata a essere il primo produttore di vino al mondo con 49,9 milioni di ettolitri (fonte, Coldiretti), un quarto di tutta la produzione europea, dando lavoro a 1.250.000 addetti. Se approvata, la legge definirà il vino come patrimonio culturale nazionale, il comparto si avvarrà di un Registro per le varietà di vitigno autoctono italiano e sarà istituito presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali uno schedario contente le informazioni aggiornate sul potenziale nazionale.

«Il testo – ricorda Donati – oltre a differenziare la detenzione di vini a scopo commerciale da quella a scopo di consumo, ci aiuterà a proteggere le DOP e le IGP in sede di Unione Europea, insieme alle DOGC, DOC e IGT, attraverso il rispetto inequivocabile dei disciplinari di produzione». Infine, per le aziende agricole vitivinicole che insistono lungo le “Strade del Vino” è consentita la somministrazione delle produzioni agroalimentari tradizionali e delle produzioni designate con denominazioni DOP o IGP delle regioni cui appartengono le strade dei vini, purché non cucinate contestualmente alla somministrazione del vino. Le pratiche derivanti dall’esercizio dell’Enoturismo saranno considerate produttive di reddito agrario.