Il presidente Enrico Rossi ha fatto un sopralluogo questo pomeriggio sul cantiere aperto pochi giorni fa sul torrente Carrione per la ricostruzione dell’argine del crollato a seguito dell’alluvione del 5 novembre 2014.

“L’impegno della Regione su Massa e Carrara – ha detto Rossi – continua senza sosta e voglio personalmente controllare l’avanzamento dei più importanti cantieri che abbiamo attivato, come questo. L’adeguamento idraulico di tutta questa zona, l’ho detto più volte, ha bisogno del passo del montanaro che con costanza e continuità ci permetterà di cambiare il volto idraulico di questi territori nel prossimo decennio”.

L’intervento che riguarda la sponda destra dell’argine a valle del ponte di via Corvetta a Marina di Carrara, verrà realizzato tenendo conto non solo dell’esondazione, ma anche di un eventuale evento sismico. Il cantiere, con lavori per un importo di 3 milioni e 900mila euro, se procederà regolarmente terminera’ entro la prossima estate.
Da segnalare che tutti i calcoli delle strutture sono stati fatti considerando i risultati idraulici condotti dalla Regione con il supporto dell’ università di Genova contenuti negli studi propedeutici al masterplan che individua e definisce gli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico sul torrente Carrione che la giunta ha approvato il primo agosto.

Il masterplan non si ferma a individuare interventi necessari sul corso d’acqua, ma vuole dare una risposta anche alle problematiche indotte da una ridotta efficienza idraulica nelle aree estrattive.
Sarà infatti valutato l’andamento delle acque superficiali e sotterranee per individuare le azioni da intraprendere sia per la tutela delle acque sia per garantire la corretta regimazione idraulica e il ripristino e il mantenimento del reticolo idrografico.

Complessivamente, in tutta l’area di Massa e Carrara, dal 2012 ad oggi la Regione ha investito 43,3 milioni di euro, di cui 24,7 a seguito dell’evento del novembre 2012 e 18,6 dopo l’ evento del 2014.
In entrambe i casi la ricostruzione ha mirato non solo a ripristinare l’esistente ma a realizzare opere di prevenzione adeguate all’aumento del rischio indotto dai cambiamenti climatici.

Ad oggi più del 60 per cento di questi interventi risultano conclusi o in corso di esecuzione.