Il fatto che oggi nel tratto cittadino del Carrione la portata massima sia di 90 metri cubi al secondo, a fronte dei 220 previsti per sopportarle piena trentennale, dà «subito conto della impossibilità di mitigare il rischio idraulico con interventi convenzionali »: per questo la Regione Toscana ha sposato in toto le tesi dello studio del professor Giovanni Seminara e visto che «esiste un serio problema per mettere in sicurezza l’abitato del centro cittadino di Carrara» si devono definire «una serie di interventi complessi, costosi e da realizzare in un tempo di 5 – 10 anni». Lo dice anzi lo scrive ,  l’Ing. Gennarino Costabile responsabile del Procedimento del Carrione per la Regione Toscana nel Masterplan approvato qualche settimana fa dalla giunta di Enrico Rossi.

Ma quali sono questi interventi complessi? Si tratta di opere che riguardano soprattutto il centro e la zona monti. La prima è «il by-pass di collegamento tra ramo di Torano e il torrente Gragnana tramite una galleria di circa 550 m e 6 m di diametro». Nei bacini marmiferi si prevede « la realizzazione di invasi che (…) limitino anche il trasporto solido a valle» mentre nel centro città è confermato l’abbattimento degli attraversamenti. Il masterplan però lascian una speranza di “sopravvivenza” per quelli di interesse storico. Anche alla luce delle accese contestazioni in città per il ponte della Bugia e per il  Fabbricato Forti, il documento parla di «eliminare o rialzare» i manufatti, mentre per il ponte Forti è previsto solo l’abbattimento. Nel capitolo dedicato alle proposte d’intervento redatte dallo Studio di Ingegneria G.P.A. , si fa anche una prima stima dei costi. Per abbattere il ponte della Bugia servirebbero 35 mila euro, per sollevarlo 280.000; la demolizione del fabbricato Forti  costerebbe 150 mila euro mentre il rialzo del solaio 300 mila.

La situazione a valle del centro città è sempre complicata ma meno drammatica: nel tratto intermedio, tra Carrara e la località la Fabbrica è previsto l’abbattimento di sette attraversamenti o in alternativa il loro “rialzamento”. Si tratta del Ponte via Stabbio, della Passerella Peghini, del Ponte Figaia e del Ponte di via Groppoli, più altre tre passerelle in zona San Martino.

Andando poi ancora più verso il litorale, sono previsti adeguamenti idraulici e verifiche di staticità sugli argini, ma nessun abbattimento: sono interessati il Ponte di via Covetta, quello di via Menconi e il ponte Rfi sull’Aurelia. C’è poi tutto il cantiere per la ricostruzione dell’argine crollato, che ha aperto i battenti proprio nei giorni scorsi.