Due navi con un carico di 15 mila tonnellate ciascuna sono attraccate al porto di Marina di Carrara. Attendono ormai da questa mattina di esser scaricate. Ma per avviare le operazioni bisogna attendere che la Procura formalizzi un provvedimento di “dissequestro provvisorio” per i mezzi che ieri la Porto Spa ha indicato come necessari alle operazioni, nella richiesta inviata ai magistrati. Alle 15 è ancora tutto fermo e l’amministratore della società, Paolo Dello Iacono, tuona: «Qui è tutto bloccato, così non si può lavorare. Ci sono due navi che attendono di essere scaricate e nessuno può toccare nulla. Se poi saremo costretti a lasciare a casa i lavoratori, qualcuno ne risponderà». L’ad è furibondo. La soluzione provvisoria indicata dalla Procura per non bloccare lo scalo nonostante i sigilli ai mezzi scattati venerdì scorso, per l’amministratore delegato non funziona. E dello stesso parere sono i dipendenti che nell’assemblea di ieri hanno chiesto il dissequestro in tempi brevi. Dopo oltre un’ora di attesa, poco dopo le 16, qualcosa si sblocca: «E’ arrivata l’autorizzazione, è arrivata l’autorizzazione!» le grida degli operai riecheggiano sulle banchine. Il lavoro può partire. Le due navi in porto, una carica di bauxite e una di barrite, per un totale di circa 30 mila tonnellate di materiale, vengono letteralmente prese d’assalto con le due gru per cui è arrivato il nulla osta. Sarà un lavoro lungo: per spostare tutto quel materiale con un camion da 30 tonnellate, servono circa 500 viaggi per ciascuna imbarcazione. Non è un caso quindi che l’autorizzazione della Procura abbia una durata di quattro giorni: fino a sabato 3 settembre compreso, la Porto Spa potrà lavorare quasi normalmente.