La tragedia del terremoto tiene banco sui social. A volte in modo utilissimo, con Facebook e Twitter che diventano fondamentali strumenti di scambio di informazioni. O luoghi in cui far sentire da tutto il mondo solidarietà e vicinanza alle popolazioni. Ma mentre il Paese vive ore difficili, c’è chi getta fango sul sisma e improvvisa assurde notizie prive di fondamento che presto diventano virali. Come la bufala sulla magnitudo, ultima delirante teoria complottista degli “avvelenatori della rete”, come li chiama Enrico Mentana in un suo lungo post pubblicato su Facebook in cui denuncia il fenomeno. La teoria che circola da diverse ore sostiene che la magnitudo del terremoto sarebbe stata falsata dall’Istituto nazionale di Geofisica che avrebbe indicato un 6.0 invece di un 6.2 per permettere allo Stato di non pagare i danni.

La forma della bufala cambia di bacheca in bacheca, ma la sostanza è sempre la stessa: “All’estero parlano di magnitudo 6.2, per la legge Monti se non supera 6.1 lo Stato non paga i danni”. Il dato diffuso sulla magnitudo del terremoto, secondo i complottisti, sarebbe dunque stato falsato rispetto al dato reale sotto la soglia fissata da una legge Monti oltre la quale lo Stato non sarebbe tenuto a risarcire i cittadini dei danni. Un’enorme fesseria, che tra l’altro era già stata tirata in ballo in occasione del terremoto dell’Aquila del 2009 e del sisma dell’Emilia del 2012.

La teoria fa acqua da tutte le parti. La prima inesattezza riguarda questa pluricitata legge Monti. In particolare, come hanno spiegato diversi quotidiani, il post virale si riferisce al decreto legge n.59 del 15 maggio 2012, con cui cui Monti riorganizzava la Protezione Civile. L’articolo 2 si legge “al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali” esclude “l’intervento statale, anche parziale, per i danni subiti da fabbricati”. In realtà l’articolo 2 è stato poi soppresso con la legge n.100 del 12 luglio 2012, con cui il decreto legge diventava norma a tutti gli effetti. In più quel decreto legge, che viene indicato nel testo-bufala come conseguente al terremoto dell’Emilia, è stato in realtà approvato il 15 maggio del 2012, cinque giorni prima del sisma.

Ma c’è un’ulteriore inesattezza nella balla virale: la magnitudo di un terremoto con il risarcimento dei danni non c’entra proprio nulla. Il calcolo per il risarcimento si basa sull’intensità del terremoto e non sulla magnitudo. Con l’intensità, come spiegato sulla pagina web dell’Istituto nazionale di geofisica, ad essere presi in esame qui sono gli effetti sull’ambiente, sulle cose e sull’uomo. E si calcola con la scala Mercalli. La magnitudo invece si misura con la scala Richter. Come si legge, sempre sul sito dell’Istituto, “sono misure non sempre correlabili; terremoti forti in zone disabitate o con edifici antisismici non causano danni e hanno quindi gradi bassi di intensità. Viceversa, piccoli terremoti in aree con costruzioni non adeguate possono provocare danni e determinare gradi alti di intensità”.

Resta il fatto che alcuni media internazionali hanno parlato di magnitudo 6.2, mentre in Italia si parla di 6.0. Perché? Spiega sempre l’Istituto di Geofisica che ci sono molti e diversi tra loro i modi con cui la magnitudo è misurata.

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