La strage di Viareggio, trentadue morti e ancora nessuna verità, irrompe, quasi sette anni dopo, nelle aule del consiglio regionale: sul grande schermo, in apertura della seduta pomeridiana, sono scorse oggi le immagini del cortometraggio “Ovunque proteggi” voluto dall’associazione dei familiari delle vittime. Il lavoro del regista Massimo Bondielli, scritto insieme a Luigi Martella e prodotto dalla Caravanserraglio Film Factory, ha vinto un mese fa il premio come miglior documentario al Global Short Film Awards di New York.

“Vogliamo che sia fatta piena giustizia e che vengano individuate le responsabilità” interviene in aula il presidente della Toscana, Enrico Rossi. “Anche per questo stamani – annuncia – ho firmato la lettera con cui, come Regione, rifiutiamo i 2 milioni di euro di risarcimento offerti dall’assicurazione, per stare fuori dal processo”. La Regione Toscana si è costituita infatti parte civile nel procedimento aperto nel 2013: lo Stato, come anche oggi è stato ricordato, non lo ha fatto.

“Quanto è accaduto quel 29 giugno 2009, dieci minuti prima della mezzanotte, è inaccettabile” raccontano prima che le immagini inizino a scorrere due tra i familiari di chi quella notte ha smesso di vivere. “Ma soprattutto – aggiungono – è inaccettabile che il processo si chiuda senza una verità e con la prescrizione che incombe”. Non si è infatti ancora arrivati alla sentenza di primo grado e a dicembre di quest’anno si prescrivono due delle accuse mosse ai quarantadue imputati nel processo, trentatré persone e nove società: quelle di incendio e lesioni colpose.

Quella notte del 29 giugno 2009 un treno composto da 14 cisterne cariche di gas propano liquido entrò alla stazione di Viareggio a novanta chilometri orari. Un asse sotto a un vagone si ruppe, la cisterna deragliò e si rovesciò. I macchinisti riuscirono a fermare il convoglio e lanciare l’allarme. Ma era già troppo tardi: il gpl fuoriuscito raggiunge le case. Ci fu una violenta esplosione: le fiamme travolsero abitazioni e auto di via Ponchielli e uccisero trentadue persone, grandi e piccini, molte bruciate vive nelle case dove erano tranquillamente a dormire.