Nonostante le forti contestazioni dell’opposizione, che ha votato compatta in modo contrario, il consiglio comunale di Carrara ha incaricato il sindaco Angelo Zubbani di attivare presso il cda di Amia, le procedure per lo scorporo del ramo di azienda che si occupa di igiene urbana. L’assise ha approvato l’avvio dell’iter nel corso della seduta di ieri sera con i soli voti della maggioranza e dopo una serie di interventi durissimi del Movimento 5 Stelle, che con il capogruppo Matteo Martinelli ha contestato l’intera operazione, sollevando lo spettro di una «Gaia 2». Secondo i grillini, e non solo, affidando il ciclo dei rifiuti all’Ato Toscana Costa e al gestore RetiAmbiente, si rischia di replicare quanto già accaduto con l’acqua, approdando a un sistema più costoso per gli utenti, meno funzionale e sostanzialmente privatistico. E contro il “carrozzone dei rifiuti” si sono schierati immediatamente anche l’associazione politica “La Svolta”  e I Verdi che, poco dopo la chiusura dell’assise, hanno annunciato la volontà di «promuovere un referendum consultivo» sullo scorporo di Amia e di attivarsi presso il Tribunale amministrativo regionale «per tutelare gli interessi della cittadinanza tutta» di fronte a quella che secondo le due forze politiche è una«nuova truffa che si abbatterà ancora sui più deboli».

Ma nel corso dell’assise di ieri c’è stato anche spazio per parlare di marmo: maggioranza e opposizione hanno approvato una mozione “bipartisan” sulla sicurezza, nata dalle proposte di Claudia Bienamè (Carrara Bene Comune) e Roberta Crudeli (Pd), in cui si prevede la sospensione e la revoca delle autorizzazioni all’escavazione nelle cave dove si verificano incidenti gravi in violazione alle norme sulla sicurezza, come già previsto dalla legge Regionale 35. Bocciata invece la mozione di Francesco De Pasquale (M5S) su cava CanalBianco: il consigliere grillino ha chiesto il ripristino del sito attraverso la rimozione del nuovo ravaneto che ha invaso il canale demaniale, «a spese della azienda autorizzata» e «la sospensione dell’autorizzazione fino ad avvenuto ripristino» e ha sollecitato l’amministrazione a «rinunciare alla consulenza dell’ex-dirigente al marmo» Marco Tonelli. A spiegare le ragioni del “no” della maggioranza, Lucio Boggi (Pd) che ha chiesto e ottenuto che prima di sospendere l’autorizzazione, la situazione sia verificata dagli uffici del Settore Marmo.