Si respirava un’atmosfera di grande partecipazione e di solidarietà lunedì pomeriggio, con decine di persone presenti presso la sede del progetto Sprar a Villafranca, progetto gestito dalla Società della Salute della Lunigiana e che si occupa dell’accoglienza integrata per i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale o umanitaria in Lunigiana.

Infatti, il progetto è cresciuto e si è radicato sul territorio, riscuotendo il plauso delle istituzioni e delle associazioni presenti lunedì pomeriggio in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale”.

E nell’occasione sono stati forniti i dati relativi al 2015, dai quali emerge che sono 31 i giovani uomini che hanno beneficiato e beneficiano del progetto, ottimamente inseriti nel tessuto sociale lunigianese, quindi la migliore dimostrazione che dare vita a progetti di accoglienza senza entrare in conflitto con la comunità di cui si è ospiti è possibile.

Di questi 31 ospiti della comunità lunigianese, 6 sono alloggiati a Bagnone, mentre 5 rispettivamente ad Aulla, Filattiera, Licciana Nardi, Tresana e Villafranca.

Interessante, poi, analizzare la provenienza geografica dei giovani uomini: 2 dall’Etiopia, 1 dalla Somalia, 6 dalla Costa d’Avorio, 3 dal Sudan, 4 dall’Afghanistan, 1 dalla Guinea, 2 dal Gambia, 1 dalla Nigeria, 3 dal Pakistan, 1 dal Togo, 1 dal Senegal, 5 dal Mali e 1 dall’Iraq.

Quindi, ci si trova ad avere a che fare con persone che provengono dall’Africa e dal Medio Oriente, con storie di sopraffazione e violenze subite nei conflitti che caratterizzano quelle aree.

Ad attuare materialmente il progetto è il comitato regionale toscano dell’Arci, che garantisce i servizi minimi negli ambiti dell’accoglienza, dell’integrazione e della tutela.

Nello specifico, l’accoglienza viene gestita in appartamenti di piccole o medie dimensioni, dislocati tra i Comuni aderenti, attrezzati per vivere in autonomia, provvisti di un regolamento e con un operatore di riferimento.

Dal punto di vista materiale è assicurata l’erogazione mensile di 90 euro in denaro contante per il vitto, a cui vanno ad aggiungersi 2,30 euro di pocket money al giorno; la fornitura di prodotti sia per l’igiene personale che per la pulizia degli ambienti; la biancheria per la casa e il vestiario (sotto forma di erogazione in denaro due volte l’anno e accesso a magazzino con abiti usati presso l’ufficio in sede).

Ad ogni beneficiario viene garantito un orientamento per accedere ai servizi del territorio per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, corsi di lingua ed educazione per gli adulti.

Di fondamentale importanza, inoltre, sono le attività legate all’orientamento, alla formazione professionale e all’inserimento lavorativo, con tirocini formativi attivati nell’industria, nel recupero dei materiali edili, nell’edilizia, nelle telecomunicazioni, nel settore agricolo, nel commercio di bibite e bevande e nel commercio dei legnami.

Si garantiscono anche orientamento e supporto per la tutela legale, in particolare nella procedura di richiesta di protezione, e psico-sociale.

Durante il periodo di permanenza nel progetto è previsto un servizio di mediazione linguistica e culturale che riguarda tutte le tipologie di servizi, finalizzato ad agevolare i singoli percorsi, mentre l’inserimento sociale dei beneficiari nel tessuto sociale viene facilitato ulteriormente attraverso la realizzazione di attività di sensibilizzazione e di animazione socio – culturale con la partecipazione attiva dei beneficiari, i quali sono assistiti da volontari che collaborano al progetto.

Tornando alla giornata di lunedì pomeriggio, questa è stata aperta dalla coordinatrice territoriale del progetto Sprar, Francesca Formaini, la quale ha lasciato subito la parola al direttore della SdS Lunigiana, Rosanna Vallelonga: “La gestione del progetto Sprar – ha esordito Rosanna Vallelonga – è un esempio positivo di sinergia territoriale, con una comunità, quella lunigianese, che si prende cura di comunità altre.

La SdS è l’ente titolare del progetto Sprar ed è giusto così, perché ci dobbiamo occupare anche del benessere della cittadinanza e favorire la qualità della vita, a maggior ragione se si tratta di una problematica difficoltosa e umanamente toccante come questa, che riguarda situazioni disastrose e che toccano la nostra sensibilità di occidentali.

Perchè anche noi siamo partiti alla ricerca di un futuro migliore altrove” ha concluso il direttore della SdS Lunigiana.

Ad elogiare la SdS Lunigiana per la lungimiranza dimostrata, quindi, è stato Simone Ferretti di Arci Toscana immigrazione, il quale ha sottolineato la necessità di creare un unico modello di accoglienza ed ha annunciato che il progetto Sprar, probabilmente, sarà prorogato fino al termine del 2017.

A seguire intervenivano i sindaci di Aulla, Silvia Magnani, di Licciana Nardi, Enzo Manenti, e di Villafranca, Filippo Bellesi, i quali affermavano di non avere mai avuto problemi con il progetto Sprar; semmai qualche criticità veniva evidenziata da Silvia Magnani sulla gestione della fase emergenziale per quanto concerne i profughi, fase che non ha nulla a che fare con il progetto Sprar.

Infine, a chiudere la serie degli interventi era l’operatrice all’accoglienza del progetto Sprar, Carmen Cogliandro, la quale ripercorreva gli interventi messi in campo a beneficio dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale o umanitaria in Lunigiana.