Prende posizione Confcommercio Massa Carrara sul tema degli home restaurant, ovvero sia quelle attività che si caratterizzano per la preparazione di pranzi e cene presso il proprio domicilio, in giorni dedicati e per poche persone, trattate come ospiti personali ma paganti. Argomento, questo, sul quale il sindacato Fipe sta conducendo una battaglia di forte contrarietà già da diverso tempo in provincia di Lucca, con l’intento adesso di estenderlo anche al territorio di Massa Carrara. “Come sancito anche da un parere del Ministero dello sviluppo economico dello scorso anno – affermano in una nota i ristoratori Nadia Cavazzini e Giuseppe Pieretti, rispettivamente presidente e componente del Consiglio direttivo provinciale di Confcommercio – queste attività, anche se esercitate solo in alcuni giorni e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non possono che essere classificate come attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela. Infatti, prosegue il parere del Ministero, la fornitura di queste prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo e quindi, anche con l’innovativa modalità, l’attività in questione si esplica come attività economica in senso proprio. Di conseguenza, ad avviso del Ministero, non può considerarsi un’attività libera e non assoggettabile ad alcune previsione normativa tra quelle applicabili ai soggetti che esercitano un’attività di somministrazione di alimenti e bevande”. “Fatta questa doverosa premessa – proseguono Cavazzini e Pieretti -, frutto di un parere molto autorevole come quello di un Ministero, non si può non rimarcare come gli home restaurant, fenomeno in costante crescita un po’ ovunque, rappresentino una evidente forma di concorrenza sleale per tutti coloro che, parliamo delle ristorazione tradizionale, devono sottostare a stringenti normative in materia di igiene, sicurezza, tassazione e molto altro ancora”. “La legislazione italiana – terminano i due esponenti di Confcommercio Massa Carrara -, in primis il Testo unico di pubblica sicurezza, chiariscono che l’attività, anche se svolta occasionalmente, deve rispettare comunque parametri e titoli previsti dal decreto legislativo 59/2010 di recepimento della direttiva Bolkstein che impone specifici requisiti professionali e il rispetto di norme edilizie, urbanistiche e di sicurezza. Ecco perché chiediamo con forza che il fenomeno degli home restaurant venga affrontato con decisione e regolamento con chiarezza prima che diventi incontrollabile”.