Dopo aver varcato la soglia dei cinquant’anni ha deciso che aveva bisogno di un ritocchino, poca roba e soprattutto non invasiva per ridare luce al viso. Si è rivolta a un chirurgo estetico apuano e con lui ha contrattato il trattamento per sembrare più giovane. Entrambi hanno concordato che non era necessario usare il botulino. Ma quando non erano passati neppure tre mesi dal trattamento ecco che il volto della paziente si deturpa, diventa a chiazze e si riempie di bolle. La donna va dal medico che le dice di non capire cosa aver fatto reazione, ma giura di non aver usato botulino.

Ma la paziente non gli crede, tanto che prima gli fa una causa civile (e l’assicurazione del professionista è disposta a trovare un accordo) e poi lo denuncia dai carabinieri aprendo un procedimento per lesioni che è arrivato in tribunale e sarà giudicato da Giovanni Sgambati. Dopo un’udienza stralcio si entrerà nel merito della questione ad aprile, quando il chirurgo estetico e la sua paziente spiegheranno in aula quello che è capitato. Il professionista, difeso dall’avvocato Giuseppe Del Papa, si avvarrà anche di un consulente per dimostrare che il suo operato è stato regolare. Ed evidentemente è stato un problema di salute della signora ad aver provocato la reazione. «Non ha usato botulino e questo lo dimostreremo durante il dibattimento con i testimoni che porteremo davanti al giudice», ha ribadito il legale dell’imputato.

 La cinquantenne intanto dopo un bel po’ di tribolazioni si è ripresa, anche se a quanto pare qualche segno le resterà sul viso. Ma per guarire ha dovuto faticare un bel po’ e sottoporsi a cure che le hanno creato più di un problema. Si è presentata parte civile e nel fascicolo dell’accusa sono contenute le fotografie della reazione avuta dopo l’intervento. Un bel rischio, soltanto per sembrare un po’ più giovane. Anche se l’imperizia del chirurgo deve essere ancora dimostrata. Toccherà a Sgambati decidere dopo aver sentito protagonisti e testimoni della vicenda
il tirreno