Una novità assoluta per la Lunigiana e con poche esperienze analoghe in Toscana.

Si tratta dei moduli di degenza a bassa intensità di cure sub acute, introdotti a fine dicembre, in via sperimentale, all’ospedale di Fivizzano grazie ad un accordo fra la Società della Salute della Lunigiana e il presidio ospedaliero stesso, moduli che offrono modalità di assistenza diversa da quella ospedaliera, con prevalenza dell’assistenza infiermieristica.

Ad essere destinatari di questi moduli sono i pazienti che possono essere dimessi dal reparto per acuti, il cui bisogno sanitario è quello di mantenere e completare la stabilizzazione clinica raggiunta nel corso del ricovero acuto e che presentano ancora una necessità di tutela medica prolungata e di assistenza infermieristica nell’arco delle 24 ore.

Ad esempio, nel caso di interventi al femore nelle persone anziane, che necessitano, appunto, di un periodo di stabilizzazione clinica.

La permanenza del paziente all’interno dei moduli è articolata secondo un progetto personalizzato, da realizzarsi, in linea di massima, in 10 giorni, con la necessaria flessibilità rispetto a percorsi specifici.

I posti letto, in base alla delibera della giunta regionale che ha introdotto questo innovativo modello, possono essere individuati negli ospedali di piccole dimensioni e quello di Fivizzano rientra a pieno titolo in questa categoria.

Il modello in questione, inoltre, si caratterizza per l’integrazione fra le professionalità territoriali ed ospedaliere nella gestione dei pazienti: infatti, nell’ottica vera della continuità assistenziale e della necessità di rispondere ai bisogni dei pazienti, l’integrazione e la collaborazione fra gli specialisti ospedalieri e i Medici di Medicina Generale è necessaria per definire il percorso del paziente, la necessità di visite e consulenze, la previsione di durata del ricovero e la proposta di gestione successiva.

Da sottolineare che in Italia, come a livello internazionale, è ormai acquisito il concetto della necessità di strutturare e diffondere la cosiddetta “assistenza intermedia”.

Questo ambito viene definito come un’area che si colloca tra l’intensività assistenziale delle cure ospedaliere e l’estensività della presa in carico a domicilio o nelle strutture residenziali.

Le finalità sono identificabili nel garantire la continuità assistenziale in prossimità della dimissione ospedaliera del paziente, favorire il suo ristabilimento funzionale unitamente al massimo recupero possibile dell’autonomia.

Si risponde, in altri termini, alle necessità assistenziali che non trovano una risposta appropriata nel reparto per acuti e nelle lungo degenze, anche in attesa di predisporre al domicilio condizioni idonee per le attività di vita della persona.

In questa prospettiva la tipologia di servizio sopra descritta può prevenire i ricoveri non necessari e/o impropri e ridurre i tempi di ricovero nelle strutture per acuti.

Occorre ribadire, in conclusione, che i moduli di degenza a bassa intensità di cure sub acute coinvolgono tutti gli operatori che, a vario titolo, intervengono nel percorso territorio/ospedale/territorio: specialisti ospedalieri, medici di famiglia, direzione di presidio ospedaliero, direzione zona distretto.