Un boom di prelievi anomali. E di denunce di correntisti che si sono trovati il bancomat clonato. Sulla vicenda indagano le forze dell’ordine, e a quanto pare la pista che stanno seguendo è decisamente calda. Sono sulle tracce di chi ha contraffatto le carte e come si dice in questi casi il cerchio si sta stringendo. Anche perché sono diverse le filiali delle banche che si stanno trovando a fronteggiare degli ammanchi. E guarda caso tutti provengono da una determinata zona d’Europa. Acquisti in negozi che non raggiungono mai la soglia massima concessa, ma si fermano poco prima: invece di spendere 1.500 euro i falsari si accontentano di meno. A fare aprire gli occhi agli istituti di credito apuani sono stati una serie di ritiri di carte che erano state utilizzate per prelevare. Quando gli addetti agli sportelli trovano il bancomat e non vedono arrivare il possessore lo avvertono. In questo modo hanno scoperto che tre titolari di carte non avevano eseguito l’operazione. E a un controllo successivo è saltato fuori che la carta era contraffatta. Ma il trucchetto era fallito grazie a un sistema di sicurezza dello sportello.

L’indagine dovrà chiarire soprattutto dove sono stati clonati i bancomat, se lo sportello civetta si trova nella nostra provincia oppure se chi è caduto nel tranello ha fatto dei prelievi o delle spese altrove. Non è raro infatti che a funzionare da centrale sia il pos di un supermercato o di un negozio. Come? Durante un furto i malviventi ne approfittano per piazzare i congegni che copiano le carte. A volte i furti vengono inscenati apposta per manipolare le macchinette dei pagamenti elettronici. Le forze dell’ordine comunque hanno raccolto già un numero sufficiente di informazioni e da quello che si intuisce sono vicini alla soluzione del caso. Sempre che chi ha duplicato le carte sia sempre la stessa persona. O meglio, la stessa banda.

Prima di individuare i colpevoli però bisogna trovare la centrale delle clonazioni, soprattutto se si trova nella nostra città o nella nostra provincia. Da qui polizia e carabinieri potranno tirare le fila. Anche se la zona dell’Europa dove sono avvenuti gli acquisti che hanno fatto scattare l’allarme potrebbe essere una pista interessante. Intanto non passa giorno che un correntista non scopra di avere meno soldi in banca di quello che pensava. Non è la prima volta che si registrano truffe di questo tipo, ma in un paio di casi i responsabili sono finiti nel registro degli indagati. La speranza è che non la facciano franca proprio ora, i soldi che mancano sono parecchi.

 

il tirreno