Strade, ferrovia e bonifiche. E poi gli interventi sul rischio idraulico ma anche un disegno, più ampio, per acquisire aree libere e non utilizzate, da mettere a disposizione di imprenditori che vorranno investire sul territorio assieme ad un pacchetto di sgravi e agevolazioni. Sono i quattro fuochi su cui si è sviluppato stamani, nella sede della presidenza della Regione a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, un confronto sull’area di crisi di Massa Carrara. C’erano il presidente Enrico Rossi e il suo consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini, l’assessore all’ambiente Federica Fratoni, vari dirigenti della Regione, l’Autorità portuale, la Camera di commercio, i sindaci di Massa e Carrara, il presidente della Provincia e i sindacati. Territorio e Regione chiedono il riconoscimento di area di crisi complessa. L’hanno già fatto da mesi. Ma soprattutto chiedono certezza sulle risorse a disposizione, essenziale per andare avanti.

“Abbiamo fatto più incontri a Roma per dare gambe all’accordo di programma che dovrà scaturire dal protocollo d’intesa firmato nei mesi scorsi” spiega Rossi, ricordando i 2 miliardi e 345 milioni investiti dal 2007 allo scorso marzo sul territorio e le agevolazioni per 73 milioni concesse, sempre dal 2007, a 824 imprese della provincia. Per lo sviluppo dell’area servono però ora anzitutto infrastrutture. “Con Roma – ricorda – sono due le questioni al riguardo in sospeso: la viabilità per l’accesso al porto e il potenziamento del binario e lo scalo merci a servizio dell’area industriale”.

Sul primo si preannuncia un decreto del Governo con 6 milioni dell’Iva pagata nei porti: una buona notizia. Servirà per le strade e il nuovo ponte, che potenzierà quello ora rinforzato a seguito dell’accordo con General Motors. “Premeremo affinché il decreto venga sbloccato il primo possibile” dice Rossi. Sulla ferrovia la Regione si era invece già impegnata a stanziare 2 milioni, 2 aveva detto di metterli il Governo e 2 Ferrovie, con 750 mila euro di compartecipazione da chiedere invece alle aziende. Con la Finanziaria licenziata da poco dal Parlamento sono stati stanziati anche 30 milioni per le aree franche urbane, ovvero zone all’interno di un comune dove nuove imprese piccole e medie potranno godere di programmi di defiscalizzazione, aiutandone lo sviluppo. Ne potrà beneficiare anche Massa Carrara, assieme ad alt re città dalle potenzialità di sviluppo inespresse. Sul fronte delle bonifiche – e in particolare della bonifica della falda, comunque messa in sicurezza grazie all’estrazione continua delle acque – la Regione è pronta a realizzare, da qui ad un mese e mezzo, un primo studio di fattibilità. Per la progettazione i 3 milioni necessari già ci sono: 2 ce li ha messi la Regione. Mancano quelli per realizzare i lavori, che dovranno essere garantiti dal Governo: si stima almeno diverse decine di milioni di euro.

“Ho proposto di partire prioritariamente dalla bonifica dei terreni che un Consorzio Zona industriale apuano rinnovato nella sua missione e in capo ai due maggiori sindaci della provincia potrebbe acquisire tra quelli oggi liberi e non utilizzati – spiega Rossi – . I terreni espropriati e successivamente bonificati verrebbero poi riallocati tra gli imprenditori interessati a reinvestire sulla zona”.

Per il momento è un’ipotesi, sottoposta ai Comuni e al territorio. Ma è a quella che si lavora: aiuterebbe anche a calmierare i prezzi delle aree. Buone notizie infine sul fronte idraulico. Entro primavera sarà conclusa la progettazione per la messa in sicurezza dei torrenti. Intanto per metà febbraio la Regione chiederà un incontro al Ministero dello sviluppo economico, per un fare di nuovo il punto sull’intera partita dello sviluppo di Massa Carrara.