Ogni bambino, per poter crescere, non ha bisogno esclusivamente di nutrirsi, di dormire, di essere curato nell’igiene personale, ma anche di essere amato ed educato, e la mancanza di figure familiari stabili ed adeguate può creare nel bambino danni fisici e psichici spesso gravi e difficilmente rimediabili.

Quindi, ogni bambino ha diritto a crescere in una famiglia, come afferma la legge 4 maggio 1983 n° 184 intitolata “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori” (modificata dalla legge n° 149/2001).

Ora, se si vuole aiutare un bambino la cui famiglia è in difficoltà, c’è il progetto “La comunità famiglia – L’affido familiare”, promosso dalla cooperativa Cadal di Aulla, in collaborazione con le associazioni “Martha Harris Lunigiana” e “Bambini nel Cuore – Arpiola onlus”, e realizzato con il contributo della Fondazione Carispezia nell’ambito del primo bando 2015 “Verso il welfare di comunità” nel settore dell’assistenza sociale, progetto di cui è partner la Società della Salute della Lunigiana.

Il progetto è in corso di illustrazione in 14 incontri su tutti i Comuni della Lunigiana ed offre la possibilità di fare qualcosa di concreto a beneficio di bambini fra i più sfortunati.

Organizzati dall’equipe affido del Centro Minori e Famiglie “Pollicino”, gestito dalla SdS Lunigiana, gli incontri liberi e gratuiti di informazione e promozione dell’affido familiare proseguono giovedì 17 dicembre, alle ore 17,30, con il terzo incontro presso il centro sociale polifunzionale “Cento Fiori” in via della Repubblica 49 ad Arpiola di Mulazzo.

L’affido familiare è un aiuto per minori, italiani o stranieri, d’età compresa fra i 0 e i 17 anni, temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo, e consiste nell’accogliere nella propria famiglia un bambino, dando così ai suoi genitori il tempo necessario per far fronte alla situazione di difficoltà in cui si trovano, offrendo al bambino una presenza affettiva e solidale nel pieno rispetto della sua storia individuale e familiare, favorendo la continuità dei rapporti e il rientro del bambino nel suo nucleo familiare d’origine.

Esistono due diverse forme di affido familiare: a tempo pieno, quando il bambino vive stabilmente con gli affidatari, mantenendo rapporti periodici con la propria famiglia d’origine; part time, quando il bambino trascorre con la famiglia affidataria solo alcuni periodi: il fine settimana, le vacanze o qualche ora al giorno.

Possono diventare affidatari i coniugi, con o senza figli; le coppie di fatto, con o senza figli; i singoli individui: inoltre, la legge non pone limiti d’età per diventare affidatari.

Naturalmente un’equipe multidisciplinare, formata da operatori specializzati, affiancherà il minore e la sua famiglia, nonché il nucleo affidatario, per tutta la durata del progetto di affido familiare, durante la quale sono previsti sostegni in favore delle famiglie affidatarie.

Da sottolineare che, nell’ottica di un lavoro di rete e di promozione di una comunità competente, per pubblicizzare gli incontri sono state stampate delle brochure che contengono disegni realizzati dai bambini dei centri giovanili presenti in Lunigiana.