Un pomeriggio di un giorno da cani fra sirene, carabinieri con le armi in pugno; un intero isolato “sequestrato”, gli abitanti di una palazzina costretti a barricarsi nei loro appartamenti. E nella tranquilla Bonascola si vivono momenti da psicosi terrorismo. Anche se qui l’Isis non c’entra proprio. L’episodio risale a domenica scorsa (30 novembre) e, in un primo momento, era stato valutato come una minaccia di suicidio. Ora i carabinieri, al termine di una serie di accertamenti e dopo l’udienza di convalida davanti al giudice che ha confermato l’arresto del protagonista di questo episodio, fornisce una ricostruzione più articolata e più drammatica di quel che è accaduto.
Tutto comincia con un litigio, l’ennesimo, tra l’uomo, 66 anni, carrarese, e la moglie. Non è la prima volta, la coppia è in crisi da tempo. Volano parole grosse, minacce, forse il marito alza anche le mani. La donna se ne va, si allontana da casa, va dai parenti. Il marito, allora chiama la figlia, perchè faccia da mediatrice e convinca la moglie e a tornare a casa. Ma anche quel colloquio finisce male: “Non finisce qui, io vi sparo, vi ammazzo”, grida il padre alla figlia. La donna non ci pensa su troppo, chiama i carabinieri e racconta quanto successo. Dal comando di Carrara parte una pattuglia, lo scopo è di verificare se davvero le minacce dell’uomo hanno un fondamento, se è in possesso di un’arma. E l’arma quel 66enne corpulento e minaccioso ce l’ha eccome: una 357 Magnum, un pistolone tra i più potenti e micidiali esistenti sul mercato.
L’uomo non vuole aprire ai militari. Grida, urla di tutto, ora affacciato alla finestra ora attraverso il portone, ora al telefono con i carabinieri. Minaccia di uccidersi, annuncia che sta per fare saltare la casa con il gas, non vuole sentire ragioni.
Scatta allora il piano di sicurezza. I carabinieri circondano la zona, allontanano curiosi e residenti, impediscono a chiunque di avvicinarsi alla palazzina. Le famiglie che vivono nelle palazzina vengono consegnate in casa: divieto assoluto di uscire, di affacciarsi alle finestre. Intervengono anche i vigili del fuoco che bloccano la rete del gas, e si attrezzano per sfondare la porta e fare irruzione nell’abitazione. Arriva anche un’ambulanza del 118, pronta per qualsiasi emergenza. I carabinieri provano ad aprire una trattativa, a convincere l’uomo ad aprire e a parlare. Lui resta asserragliato, poi, d’improvviso spalanca la porta di ingresso con la 357 Magnum in pugno. È il momento di massima tensione del pomeriggio: i carabinieri fanno un balzo all’indietro, estraggono a loro volta le armi, pronti a difendersi. È questione di secondi: l’uomo richiude subito la porta e si rintana di nuovo nell’appartamento. Con pazienza i carabinieri riescono a stabilire un contatto, anche grazie all’intervento di un altro figlio dell’uomo. Tocca al maggiore Tiziano Marchi affrontare la fase più delicata: parlare faccia faccia con quest’uomo ormai fuori controllo che sembra disposto a tutto. Con grande sensibilità e sangue freddo, il maggiore lo fa ragionare, gli fa capire che quello in cui si trova è un vicolo cieco che una soluzione ai suoi problemi non sta nelle armi e nelle minacce. Due ore dopo, l’uomo si “arrende” e si lascia portare in caserma, senza opporre alcuna resistenza.
La tensione si allenta, i vicini vengono “liberati” e qualcuno di loro vorrebbe dirgliene quattro a quell’inquilino. Il problema è che la pistola non si trova più. I carabinieri la ritrovano soltanto dopo aver perquisito tutta la casa: l’uomo aveva cercato di disfarsene gettandola nel giardinetto retrostante, in un’ aiuola con una grande agave e altre piante. Un nascondiglio quasi perfetto. Assieme all’arma anche un sacchetto con alcuni proiettili. La 357 Magnum, accerteranno poi i militari, era stata rubata nel 2006 a Carrara. E l’uomo la deteneva senza averla denunciata.
Arrestato e portato in carcere a Massa, l’uomo deve ora rispondere di diversi reati: minacce, violenza, resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall’uso delle armi; detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione. Il giudice, dopo l’interrogatorio in carcere, ha convalidato l’arresto.

 

il tirreno