Rischia di essere celebrato altrove e non a Massa il processo ai sei giovani arrestati per la faida tra bande. Giovedì scorso il gup Antonia Aracri doveva decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Pablo e Mattia Ricci, Thomas Quadrella (il primo schieramento) e di Elisa e Alessio Mazzi e Andrea Bonuccelli (il secondo schieramento secondo gli inquirenti) ma per un problema di notifiche l’udienza è stata rinviata al 14 dicembre. Ma prima dell’udienza, ecco la novità, i legali di Pablo e Mattia Ricci hanno depositato l’istanza di recessione dell’eventuale processo, istanza inviata ovviamente alla Corte di Cassazione di Roma .
In sostanza, si chiede che l’eventuale processo si celebri a Torino piuttosto che a Massa perchè, secondo i legali a Massa non ci sarebbero le condizioni ambientali per una serena decisione sul caso. Quello che una volta si chiamava legittima suspicione, il legittimo sospetto insomma. Che nasce, pare di capire, proprio dal tipo di imputazioni di cui sono accusati i giovani. Tra queste quella di aver pensato di architettare persino un attentato contro i magistrati che stavano indagando su di loro per la faida in corso. Inoltre la famiglia Ricci ha presentato esposti alla Procura di Torino e alla Corte europea dei diritti dell’uomo per altri episodi dove si contesta l’operato dei magistrati della procura di Massa.

Questo fatto nuovo potrebbe avere grossa incidenza e il 14 dicembre verrà valutato dal Gup . In sostanza non è improbabile, almeno per quanto riguarda i Ricci un congelamento della posizione in attesa del pronunciamento della Corte. L’operazione che ha condotto agli arresti (chiamata dagli inquirenti Spari e Dispari)è stata compiuta ai primi di agosto. La faida, secondo l’ipotesi accusatoria, era nata per il controllo del mercato della droga e in particolare i Mazzi volevano scalzare i Ricci.
Ad aprile bruciano un paio di automobili parcheggiate nei pressi dell’abitazione dei Mazzi. E il primo segnale eclatante sono gli spari contro l’abitazione di Pablo e Mattia, un commando di cinque persone esplode diversi colpi. Al quale seguono altre sparatorie notturne. Un tentativo di tregua poi che dura poco e si arriva anche all’accoltellamento di Alessio Mazzi. Le indagini degli inquirenti inducono alla richiesta di arresti per i sei giovani .

 

il tirreno