«Anche a Massa Carrara ringrazio i militanti, gli iscritti, gli eletti e i simpatizzanti di Forza Italia di ogni età che, sotto la guida del coordinatore provinciale Matteo Mastrini e dei responsabili giovani Luca Cuccu e seniores Gianfranco Sangaletti, si sono adoperati con impegno insieme al comitato e agli altri partiti politici per raccogliere le firme necessarie a realizzare il referendum abrogativo della legge di riforma del sistema sanitario regionale, quella riforma ammazza-sanità che Rossi ha voluto prima della campagna elettorale e che ora, fino a poche ore fa, il Pd e la giunta hanno brigato per preservare»: lo afferma Stefano Mugnai, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale e coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana che stamani è stato fra i protagonisti del difficoltoso percorso delle firme verso la regolare accettazione.

«Il Pd e la giunta regionale hanno letteralmente brigato fino all’ultimo per impedire, o quanto meno rallentare la celebrazione del referendum abrogativo della riforma ammazza-sanità di Enrico Rossi che oltre 55mila toscani in meno di due mesi hanno chiesto di fare con una valanga di firme che stamani, in Consiglio regionale, hanno rischiato di non essere accettate per cavillosità burocratiche superate solo grazie alla buona politica».

Per come alla fine sono andate le cose, con le 55mila e passa firme accettate alle 13.30 con la benedizione autografa del Presidente dell’assemblea Toscana Eugenio Giani e del Presidente del Collegio di Garanzia professor Stefano Merlini, Mugnai definisce quella di oggi «una bella giornata per la democrazia». «Aver raccolto così tante sottoscrizioni in così poco tempo – ha osservato – è la testimonianza di quanto sia sentito il problema della sanità in Toscana e di quanto questa riforma sia percepita dai cittadini come atto precursore di nuovo impoverimento del servizio in un sistema già al limite. Se siamo stati capaci di farci portavoce del parere di tutte queste persone lo dobbiamo a chi materialmente le firme le ha raccolte, il comitato e i nostri militanti».