Situazioni delicate e complesse come quelle che hanno portato alla chiusura della Svs Croce Verde Fossola richiederebbero un diverso approccio oltre alla necessaria dose di memoria da parte di quanti vogliono esprimersi nel merito soprattutto quando, come Claudio Salvadori rappresentano i lavoratori che sono gli unici ad essere colpiti da questa vicenda.

Forse perché a corto di argomenti o forse perché di memoria volutamente corta Salvadori afferma ufficialmente che mai avrebbe rifiutato di sottoscrivere un contratto di solidarietà che avrebbe permesso a dodici dipendenti (undici operai e un impiegato) della Croce Verde di percepire uno stipendio mensile netto di mille Euro per consentire ai lavoratori di continuare la loro attività anche alla scadenza di un lungo periodo di Cassa Integrazione.

Purtroppo per Salvadori i documenti sono incontestabili e, oltretutto, portano la sua firma.

Mi riferisco al verbale di un incontro datato 16 ottobre 2014 convocato per affrontare  una analisi puntuale delle criticità della Croce Verde (sottolineando sia la grave situazione debitoria sia l’impossibilità di continuare a fruire della Cassa Integrazione) e per sottoporre anche ai rappresentanti della UIL, che in quella data lo hanno rifiutato ufficialmente, un accordo di solidarietà difensiva previsto dall’attuale legislazione.

Dal verbale risulta con chiarezza in lettere e in cifre che i dodici dipendenti interessati avrebbero percepito la somma di mille euro netti e in calce al documento spicca la firma dello stesso Claudio Salvadori citato anche in premessa ma che oggi pare avere rimosso non solo l’evento ma anche le sue responsabilità di dirigente sindacale.

Sono fra i primi a ritenere che vicende come quella che ha portato alla chiusura della Svs Croce Verde Fossola  sono frutto di responsabilità singole e collettive ma ritengo inaccettabile che qualcuno voglia speculare sulle pelle dei lavoratori dimenticando i propri ruoli.

Come ho già avuto modo di chiarire in altre occasioni il mio mandato di presidente è iniziato nel dicembre 2011 ed ho ereditato una situazione già fortemente compromessa sia nei confronti dei creditori sia per una pesante esposizione nei confronti di Equitalia.

I numeri e i bilanci dimostrano con chiarezza che il debito accumulato e da noi ereditato veniva a compromettere anche la gestione ordinaria che senza questo carico avrebbe consentito la prosecuzione dell’attività che in questi anni, con fatica e abnegazione abbiamo cercato di portare avanti in tutti i modi e con tutti i mezzi che avevamo a disposizione contando sulla disponibilità e sulla collaborazione di dipendenti e volontari che hanno sempre dimostrato grande attaccamento e spirito di sacrificio.

Infine vorrei precisare che i bilanci di Croce Verde Servizi Srl al pari di quanto accade per qualunque altra società sono pubblici perché depositati e verificabili presso la Camera di Commercio e quando ci è stato richiesto sono stati sempre messi a disposizione.

 

Grazie per l’ospitalità

Marco Iardella