La proposta avanzata dal sindaco di un coinvolgimento in giunta del PRC ci interroga sul percorso del
nostro partito a Massa, a partire dalla Comasca e dalle primarie, passando per le scelte compiute
dall’amministrazione, per giungere fino alle prospettive per il domani.
Vi sono stati due momenti che hanno caratterizzato in negativo il nostro rapporto con il sindaco: il
primo, subito dopo le elezioni, quando decise di non coinvolgerci nell’amministrazione; il secondo
quando è entrato nel Partito Democratico, assieme ad assessori e consiglieri, rinnegando, nei fatti, il
percorso della Comasca. Su questo ci siamo già espressi allora, ricordando come fosse venuto a
mancare l’elemento fondamentale dell’indipendenza e del ruolo di garanzia del Sindaco.
Certo, dobbiamo rilevare che molti dei provvedimenti adottati ci hanno trovato d’accordo e hanno
ottenuto il nostro voto favorevole: continueremo, in questo senso, a lavorare per realizzare il
programma elettorale col quale ci siamo presentati alla città. Talvolta abbiamo riscontrato degli
avanzamenti rispetto al passato ma il processo di rinnovamento in cui speravamo non si è compiuto: in
molti settori ancora si ripropongono forme mentali e gestioni coerenti con quanto c’è sempre stato.
Una delle ragioni di questa mancata transizione è senza dubbio l’atteggiamento del PD locale che, come
hanno dimostrato anche le recenti elezioni regionali, pensa soprattutto alle proprie questioni interne:
anche oggi chi si presenta come “nuovo”, agisce in realtà solo per cambiare chi gestisce il potere, ma
sempre nel solco di quanto deciso a livello nazionale e regionale.
E qui siamo all’altro punto del nostro ragionamento, che guarda al livello regionale, nazionale ed
europeo. Il PRC ha l’obiettivo di costruire un soggetto alternativo di sinistra che riesca a scardinare i
meccanismi economici che ci stanno stritolando. Il pareggio di bilancio e il patto di stabilità hanno
portato le amministrazioni locali ad avere sempre meno risorse, costringendole a tagliare servizi e
investimenti e a recuperare soldi dalle tasche dei cittadini. Gli spazi di democrazia si sono ridotti, con
le riforma del Senato e delle Province. Infine il Jobs act e altri provvedimenti sanciscono che la
collocazione di questo PD è quella padronale, contro i lavoratori: quella opposta a noi. La “Buona
scuola”, i tagli alle spese sanitarie delle regioni, la gestione di acqua, rifiuti e più in generale dei servizi
pubblici locali confermano l’obiettivo di favorire i privati a discapito della gestione pubblica.
Oggi siamo oltre tempo massimo. I modi per coinvolgere il PRC e dargli quella centralità che il sindaco
a parole ha sempre cercato, c’erano. Adesso, visti i provvedimenti portati avanti dal PD, a livello
nazionale e regionale, viste le scelte di collocazione politica del sindaco, visti gli scarsi margini di
manovra delle amministrazioni locali, riteniamo non ci siano le condizioni per lavorare dall’interno di
una giunta, collocati in maniera organica in alleanza. Pur continuando quindi il nostro impegno con
questa amministrazione finché rimarrà saldamente all’interno del programma elettorale che abbiamo
contribuito a scrivere, riteniamo prioritario per il nostro futuro lavorare sul percorso iniziato alle
Europee e proseguito alle Regionali con Sì Toscana a Sinistra. La nostra prospettiva, ad ogni livello
territoriale, è di attivare politiche alternative a quelle del Centro-sinistra, responsabili della situazione
attuale: disoccupazione elevata, precarietà diffusa, servizi pubblici in peggioramento, disattenzione per
le periferie e impossibilità (anche quando ve ne fosse la volontà) di intervenire sui casi più difficili
vista la scarsità di risorse. Le risorse ci sono basta farla finita con le politiche di austerità.