nca tecnomar protestadi Cinzia Chiappini

Fumata nera anzi nerissima al tavolo istituito dalla Regione Toscana per la vertenza Nca. Questa mattina i sindacati hanno risposto picche alle proposte presentate venerdì scorso dalla proprietà e illustrate dai rappresentanti degli enti locali. Dopo l’incontro con i dirigenti di Nca, il sindaco Angelo Zubbani aveva parlato di «aperture sulla situazione dei 40 dipendenti esclusi dalla produzione» e «di notizie sulle commesse, più positive di quelle che avevamo finora». Spiragli che però i sindacati hanno giudicato insufficienti a proseguire il confronto: «Non c’è rispetto né l’affidabilità per interloquire» ha commentato durissimo Paolo Gozzani, segretario provinciale della Cgil, esprimendo la posizione unitaria dei confederali. Cgil,  Cisl e Uil, insieme ai sindacati di categoria, hanno chiesto di riportare la trattativa in sede governativa, sollecitando il ministero dello Sviluppo a convocare la proprietà di Nca per mettere nero su bianco il mancato rispetto dell’accordo di programma. Solo dopo si potrà tornare a un confronto allargato, alla presenza delle parti sociali, che chiedono di vedere prima riconosciute formalmente le loro segnalazioni.

Ma per capire i motivi di una reazione così dura da parte dei sindacati bisogna tornare ai contenuti del faccia a faccia tra istituzioni e azienda di venerdì scorso. Secondo quanto riferito stamani alla commissione Attività Produttive dal presidente Fabrizio Giromella (Sel-Sorridi Carrara),  che insieme al sindaco aveva partecipato all’incontro di quattro giorni fa, la proprietà avrebbe dato rassicurazioni sui carichi di lavoro, annunciando commesse fino a tutto il 2018 e nuove assunzioni. Anzi, il gruppo di Giovanni Costantino avrebbe già messo sotto contratto 35 nuovi dipendenti, tutti nel settore tecnico. Notizie decisamente meno rassicuranti sono arrivate invece sulla gestione dei 40 dipendenti ancora esclusi dall’attività produttiva e relegati in un capannone di Technomar, a Massa. Secondo il resoconto di Giromella, la proprietà avrebbe annunciato l’intenzione di metterli tutti in mobilità dal 1 gennaio 2017. Ed è stata proprio questa notizia a far saltare sulla sedia i sindacati: l’avvio della mobilità coinciderebbe con l’uscita definitiva dall’assetto societario di Invitalia, il partner pubblico che in base all’accordo di programma resterà in funzione di garante fino alla fine del 2016. Da quel momento in poi la proprietà avrà sostanzialmente mano libera e potrà quindi liberarsi di quei 40 dipendenti che – sempre secondo quanto emerso dall’incontro di venerdì scorso – avrebbero conseguito voti gravemente insufficienti ai corsi di formazione organizzati “in proprio” dalla stessa Nca, senza alcuna supervisione di istituzioni o soggetti accreditati. «Gli impegni occupazionali sanciti nell’accordo di programma riguardavano 105 dipendenti ed erano a tempo indeterminato» hanno ribattuto i sindacati, segnalando come anche l’annuncio della mobilità segni una “violazione” del documento sottoscritto ormai quasi 3 anni fa.

Anche per questo i sindacati, con il sostegno dei rappresentanti di comune di Carrara, provincia e Regione, hanno chiesto la riapertura del tavolo al ministero dello Sviluppo.