cave colonnataE’ ancora bagarre sulla gestione del pianeta marmo da parte dell’amministrazione comunale. Dopo il caso dei problemi di riscossione del gettito del lapideo, l’opposizione ha sollevato questa mattina in consiglio comunale anche quello legato ai trasferimenti dei diritti di concessione. L’attacco ai vertici del municipio è arrivato da due fronti e riguarda una materia spinosa, tecnica ma intorno alla quale girano molti interessi. Il consigliere Francesco De Pasquale del Movimento 5 Stelle e Claudia Bienaimè di Cararra Bene Comune, documenti alla mano, sono tornati a puntare il dito contro l’amministrazione e in particolare contro la gestione degli uffici del settore marmo.

De Pasquale ha preso di mira la delibera 130, con cui lo scorso 25 marzo la giunta «ha autorizzato il signor Settimo Donnini a cedere i propri diritti di concessione relativi agli agri marmiferi della cava numero 187 alla ditta Calacata Crestola srl”. Il consigliere grillino ha incrociato i dati allegati alla delibera con quelli forniti dall’ufficio marmo relativamente alla cava in questione, scoprendo quelle che a suo parere sono una serie di incongruenze e contraddizioni. «O l’ufficio marmo fornisce ai consiglieri dati errati o incompleti o la giunta ha concesso il trasferimento dei diritti senza avere contezza di ciò che faceva» ha dichiarato De Pasquale. Tanto per fare un solo esempio, secondo il “catasto cave” la 187 avrebbe una superficie di 32001 metri quadrati di cui 10821 metri quadri di Bene estimato: la stessa cava, secondo il documento “percentuale mappali autorizzati” – fornito al consigliere sempre dall’ufficio marmo – avrebbe una superficie di 7867 metri quadrati, tutta di Agri marmiferi. Ma le incongruenze riguarderebbero i numeri dei mappali che compongono la cava, rimasta inattiva per tutto il 2013 e dunque, secondo De Pasquale, passibile di caducazione.

Cladudia Bienaimè, dal canto suo, ha sfoderato invece una e-mail, recapitata proprio durante la seduta dell’assise a tutti i consiglieri comunali, contenente l’istanza-diffida presentata da Ilaria Ricci per chiedere il riconoscimento dei diritti di concessioni alla sua società, che da decenni lavora la cava Venedretta C. «Il sindaco, il presidente del consiglio comunale e il dirigente del settore erano in possesso di questa diffida da dieci giorni ma hanno tenuto all’oscuro l’assise che ha la competenza su questa materia» ha denunciato la Bienaimè, ricordando che a rispondere dell’istanza dovranno essere proprio i singoli consiglieri.

Due attacchi durissimi a cui l’amministrazione ha riservato la stessa, identica risposta: «Faremo chiarezza» ha dichiarato il vicesindaco Andrea Vannucci. E così il caso sollevato da De Pasquale approderà in commissione Marmo, già la prossima settimana, mentre quello denunciato dalla Bienaimè, secondo Vannucci «è un contenzioso tra privati su cui si dovrà attendere il pronunciamento della magistratura». L’istanza però nel frattempo giace da stamani negli stipetti di tutti i consiglieri comunali.