fuori di massaFinisce in tribunale la violenta lite fra due giovani donne avvenuta nell’estate del 2011 a Marina di Massa. Un episodio a cui assistettero decine, forse centinaia di persone, ma che – almeno a quanto si è ascoltato ieri in aula – pare difficile ricostruire.

Imputata, davanti al giudice Fulvio Biasotti, è Pamela Panza, accusata di lesioni a carico di Eleonora Luisi con la quale aveva evidentemente delle vecchie ruggini legate a storie di uomini contesi. Le due giovani si incontrano all’interno del “Fuori di Massa”, locale molto frequentato della “movida” di Marina di Massa. Volano parole grosse, le due gridano, interviene il proprietario che le caccia fuori. E qui la lite degenera. Le due ragazze si prendono per i capelli, si schiaffeggiano; intervengono alcuni giovani marocchini che trattengono la Luisi, probabilmente per separarla dall’altra (ma la cosa non è emersa con chiarezza nell’udienza di ieri) e a quel punto la Piazza le colpisce con un pugno da ko che la centra al naso fratturandole il setto. Alcuni amici la accompagnano in auto al pronto soccorso, ma giunti in piazza Betti, la ragazza si sente male e allora preferiscono chiamare il 118.

Maicol Ricciardo, poco più che ventenne, viene chiamato a testimoniare: è lui che accompagnava Eleonora Luisi (con la quale aveva una relazione) al Fuori di Massa, che assiste, senza intervenire, allo scontro, lui che con un amico la soccorre e la porta all’ospedale. Il ragazzo, però, riferisce cose diverse da quelle che aveva dichiarato alla polizia nei giorni successivi ai fatti: in sostanza se nella prima versione sembrava avvalorare la tesi che la sua ex fosse stata aggredita dalla Panza, ora tende a invertire i ruoli. Soprattutto, il giovane, pur incalzato dal giudice e dal pubblico ministero, non spiega quali potessero essere state le ragioni della lite fra le due donne. Nonostante che, per sua ammissione, ci fossero stati anche dei precedenti episodi di “scontro”. «Possibile – chiede stupito il giudice Biasotti – che la sua compagna, in discoteca con lei, non trovi di meglio che fare a botte con un’altra e lei non chieda il perchè, non cerchi di capire i motivi?» Il ragazzo (che si rivolge con il tu ai magistrati) risponde che no, non lo ha mai chiesto, e solo più tardi ha capito che era, forse, perchè una di loro era uscita con un uomo che piaceva all’altra. Insomma, dall’udienza di ieri è emerso che le botte ci sono state, ma la dinamica e le ragioni, quelle ci vorranno ancora altre udienze per arrivare a capirlo. Il processo è stato aggiornato al 22 maggio, per ascoltare altri testimoni.

 

 

 

 

il tirreno