udienza tribunaleAttesa per la sentenza del processo sullo scandalo delle cremazioni delMirteto della corte di appello di Genova: il collegio presieduto dal giudiceAnnaleila Dello Priete si riunirà in camera di consiglio stamani, dopo le repliche dell’accusa e delle parti civili e le eventuali controrepliche delle difese. Nel primo pomeriggio il verdetto. Il pubblico ministero Federico Manotti nella sua requisitoria ha chiesto pene più severe per il titolare di Euroservizi Renato Alibani e l’ex funzionario comunale dei servizi cimiteriali Renzo Fialdini. Il pm ha anche impugnato l’assoluzione dell’ufficiale in pensione dei carabinieriAugusto Calzetta. Per gli operai della ditta invece la conferma della decisione del tribunale di Massa, fatti salvi i reati che nel frattempo si sono prescritti.

Le richieste di Manotti. «Otto anni a Renato Alibani, titolare di Euroservizi, cinque anni all’ex funzionario del Comune Renzo Fialdini e quattro anni all’ex ufficiale dei carabinieri Augusto Calzetta», sono state queste le richieste che i sostituto procuratore Federico Manotti ha fatto per i tre imputati più importanti del processo sulle cremazioni fantasma nella prima delle tre udienze che si sono tenute nell’aula bunker del tribunale di Genova .

Reati prescritti. Alcuni reati si cancelleranno a fine mese . Un paio di giorni dopo la sentenza bis, quindi. Tra la fine del processo di primo grado e l’inizio dell’appello, invece si è prescritto il reato di Michela Santucci, fioraia al Mirteto.Era stata condannata  per aver rivelato a uno degli operai di Euroservizi, Enzo Pucci, che i carabinieri stavano indagando su quello che accadeva nel forno.E si è prescritto il reato di corruzione di Alibani nei confronti di Fialdini, la famosa auto regalata secondo il pm al dipendente comunale. Sia Fialdini che Alibani però per questo capo di imputazione erano stati assolti in primo grado. Aveva prevalso la tesi delle difese e cioè che la vettura il funzionario se l’era comprata con i suoi soldi. In appello la questione non verrà neppure discussa: reato prescritto.

Condanne primo grado. Le condanne. Renato Alibani, titolare di Euroservizi, la società che gestiva i servizi cimiteriali per conto del Comune di Massa, è stato condannato a sette anni di reclusione. Tra i reati contestati quelli riconosciuti dal collegio sono soppressione di resti mortali, falso, peculato (sia a Pisa che a Massa), associazione. Maurizio Guerra, 4 anni e 10 mesi: oltre all’associazione c’è la dispersione delle ceneri, l’associazione e il peculato. Luca Pelletti, 4 anni e 4 mesi, per lui il reato associativo. Associazione e dispersione per Marco Grassi, 4 anni e un mese; Alessandro Dazzi, 3 anni e 4 mesi, Piero Dell’Amico, 3 anni e 4 mesi, e Silvano Carmagnola, 2 anni e otto mesi.

Truffa e corruzione invece per Enrico Paladini, un anno e sei mesi. Otto mesi per omessa denuncia e falso (i certificati inviati ad altra amministrazione per garantire su Euroservizi) a Renzo Fialdini, ex funzionario comunale. Quattro mesi a Michela Santucci per aver tentato di raccogliere informazioni sull’indagine sul cimitero. Infine come detto assolto l’ex ufficiale dei carabinieri Augusto Calzetta (associazione) e l’operaio Alan Tomazzini, l’unico che si era in qualche modo ribellato agli ordini che gli venivano impartiti dall’alto.

Poi ci sono le pene accessorie: Alibani si è meritato anche l’interdizione dai pubblici uffici in perpetuo, dell’interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e dall’esercizio di attività costituenti pubblico servizio e dell’interdizione legale per la durata della pena e dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per due anni; Guerra, Pelletti, Grassi, Dell’Amico, Dazzi alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per anni 5 e dell’interdizione dall’esercizio di attività costituente pubblico servizio per la durata della pena; Paladini alla pena accessoria dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di un anno; Fialdini alla pena accessoria dell’interdizione dall’esercizio di attività costituente pubblico servizio per la durata della pena.

 

 

il tirreno