agricolturaSono almeno una ventina, secondo una prima ricognizione effettuata da Coldiretti, le aziende agricole danneggiate dalle potentissime raffiche di vento che si sono abbattute con violenza su tutta la costa questa notte. Il consuntivo, al termine di una mattinata concitata tra sopralluoghi e telefonate, è pesantissimo con decine tra serre, stalle, strutture agricole scoperchiate, alberi da frutto “strappati” e pesantissimi danni agli impianti e alle produzioni agricole con il vento che ha “sradicato” i prodotti prossimi per la raccolta. Paralizzate di attività molte delle quali non riusciranno per alcuni giorni ad approvvigionare la rete commerciale ed i mercati. “La nostra agricoltura – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti – è caratterizzata dalla presenza di piccole aziende agricole che operano nel settore orticolo e florovivaistico. Perdere anche una sola serra significa aver perso l’azienda e parte della produzione che ne garantisce la sopravvivenza”.

 

Le aziende danneggiate sono concentrate principalmente nell’area di costa tra Cinquale e Marina di Massa anche se sono diverse le segnalazioni all’interno come nell’area di Alteta fino a Carrara. Sono sette le serre dell’azienda agricola Piera Della Bona, sul lato sinistro del Fescione, che il vento ha scoperchiato, tre delle quali completamente distrutte. Sono volate via e quelle che sono rimaste sono compromesse le coperture delle serre delle aziende di Silvana Gazzoli, Emanuele Bertoneri, Enrico Gabrielli, Riccardo Fruzzetti, Marco Belle’, Ernesto De Angeli, Claudio Tongiani, Dino Bertoneri, Maria Luisa Berti, Ilio Dalle Mura, Lidia Ciregia, e delle stalle di Nicoletta Menconi, Marco Bonotti a Carrara e Paolo Caruso a Romagnano. Saltato il tetto delle cantine di Anna Maria Guerri in Via Granana e del “Feudo Ghelardini” in Via Palatina a Montignoso.

 

L’inverno 2015 – segnala infine Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr  – è stato segnato dal 36% di precipitazioni in più rispetto alla media che si sono manifestate anche con temporali violenti che hanno provocato frane ed alluvioni. Un inverno dunque piovoso ma particolarmente mite con le temperature medie che sono risultate superiori di 0,9 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1971-2000. Una conferma dei cambiamenti climatici che si abbattono su un terreno sempre più fragile per il consumo di suolo e si manifestano anche – prosegue – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e un maggiore rischio per gelate tardive.