esselunga massaLa mela della discordia è l’omogeneizzato alla frutta. Il cliente vuole comprarne sei o sette confezioni, il supermercato dice no. E, a metter pace, arriva la Finanza. A raccontare la storia è il protagonista, il medico Vincenzo Minuti. Tutto comincia con un salto al punto vendita Esselunga di viale Roma: «Volevo acquistare degli omogeneizzati». Non per un nipotino – racconta – «ma per un conoscente ricoverato e costretto, per gravi problemi di salute, ad essere alimentato con un sondino».

Ma le cose non vanno come il medico si aspetta: «Pensavo di fare la spesa in due minuti, invece mi sono ritrovato a discutere con la cassiera prima e con il direttore poi». E tutto perché, quando il dottore arriva alla cassa, sul tapis roulant sfilano «sei o sette confezioni di omogeneizzato, tutte allo stesso gusto». Non si può fare e lo indica anche un cartellino sullo scaffale: «Ho notato – ammette Minuti – che mi si imponeva l’acquisto di un numero massimo di tre confezioni, ma non ne ho né capito, né condiviso le ragioni. Quel tipo di limitazione – aggiunge – è frequente in caso di offerte, sottocosto, operazioni del tipo 3×2, ma il prodotto che ho acquistato non era in promozione, né soggetto a particolare scontistica. Mi è parso scorretto che il supermercato imponesse quanto comprare ad un cliente». Gli sembra scorretto, sfila dallo scaffale «6 o 7 confezioni» e poi si mette in coda. Ma alla commessa non sfugge che gli omogeneizzati sono più di tre e tutti quanti allo stesso gusto, quindi – è il suo lavoro – lo fa notare al cliente: «Io mi sono rifiutato di limitarmi nell’acquisto; non mi è parso giusto, però, accanirmi con la dipendete e ho chiesto di parlare con il responsabile».

Il direttore non evita il confronto: «Mi ha spiegato che l’omogeneizzato è uno dei prodotti a margine lordo negativo». Insomma, un prodotto – per semplificare – dalla cui vendita Esselunga non ha guadagno. Non a caso è un bene destinato ai bambini, o, comunque, a fasce “deboli” di consumatori. L’argomentazione non convince il cliente che chiama la Finanza. Le Fiamme Gialle arrivano in viale Roma, chiedono ai “contendenti” di ricostruire il quadro, poi tentano la conciliazione. «Io ho spiegato – ribadisce il medico – che consideravo assurda una limitazione al mio acquisto. Se io volessi comprare sette bottiglie di passata di pomodoro, cosa me lo impedirebbe?».

La Finanza riesce a metter pace: «Io ho spiegato che quell’acquisto per me era importante perché il prodotto era destinato a una persona con problemi di salute». Di fronte a quella confidenza, il direttore mostra la massima disponibilità: «Mi ha concesso un nuovo scontrino e ho comprato altri omogeneizzati allo stesso gusto».
Esselunga sulla vicenda ci tiene a far sapere che ha agito nel pieno rispetto della normativa: «L’introduzione dei limiti all’acquisto su particolari referenze, quali i prodotti per l’infanzia, ha l’obiettivo – spiega – di garantire la possibilità di acquisto al maggior numero di clienti possibili e di contrastare la concentrazione degli acquisti fatta in maniera speculativa da un numero ristretto di soggetti, spesso titolari di un attività imprenditoriale e professionale. Il cliente è avvertito preventivamente, con appositi cartellini in prossimità dei prodotti, della quantità disponibile acquistabile giornalmente, che tra l’altro è riferita alla singola referenza e al singolo gusto».

 

 

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