tribunaleSecondo l’accusa lui, insieme all’allora compagna, si sarebbe sistemato nell’abitazione di un’anziana di Montignoso alla morte del marito (anche la donna poi è deceduta) e si sarebbe appropriato di alcuni mobili, andandoli poi a vendere a un mercatino dell’usato.
Per “appropriazione indebita” è finito a processo Fabio Chioni (difeso dall’avvocato Riccardo Balatri).
La mobilia finita al centro del contendere sarebbe composta d aun comò, un letto matrimoniale e due comodini, un tavolino da fumo e un mobiletto risalenti agli anni Settanta, un armadio ad ante scorrevoli e un mobile. Materiale venduto per 400 euro, per il quale gli eredi (il fratello della donna scomparsa e la figlia del marito della stessa) hanno portato in tribunale Fabio Chioni.
Sullo sfondo una vicenda complessa che vede anche una sentenza (in cassazione) nella quale la compagna dell’imputato nel processo che si sta celebrando a Massa, davanti al giudice Congiusta, è stata condannata a 2 anni e otto mesi per aver falsificato il testamento dell’anziana proprietaria dell’abitazione di Montignoso.
In aula sono stati sentiti i parenti della coppia deceduta a un anno di distanza l’uno dall’altra.
«Chioni e la compagna erano vicini di casa – hanno raccontato i parenti – dopo la morte del marito hanno preso sempre più campo, arrivando a installarsi a casa dell’anziana». L’attenzione è stata poi concentrata sui mobili, proprio quell’arredamento che si trova al centro del procedimento per appropriazione indebita.
«Io la ricorda bene quella camera da letto – ha ricordato il fratello dell’anziana proprietaria di casa deceduta – mia sorella l’aveva comprata con un finanziamento con la Compass».
E ancora è stata sentita la figlia del marito della donna: «Quando siamo rientrati in casa non c’era più nulla, non erano rimasti neppure i corrimando, ma fino a poco tempo prima la casa era completamente arredata».

 

 

 

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