parcheggi marina di massa57 piccoli alberghi in meno in dieci anni. Ma in compenso, un boom hotel a 3 e 4 stelle, di Rta, agriturismi e Bed & Breakfast. È cambiata profondamente l’ossatura del sistema ricettivo turistico del comprensorio di Massa Carrara costretto a fare i conti oltre con il perdurare degli effetti del clima recessivo, con il mutamento del mercato che in questi ultimi venti anni ha imposto un ridimensionamento del livello delle strutture alberghiere orientato più verso un turismo di qualità che di massa. Altro elemento di novità è la differenziazione dell’offerta ricettiva, in particolare extralberghiera, collegata alla clientela e alla presenza sempre più importante degli stranieri: sulla costa con gli hotel di livello (solo il 24% è situato in Lunigiana) e dei campeggi, in Lunigiana con gli agriturismi e B&B. A fornire il quadro è l’ultimo dossier elaborato dall’Istituto di Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Massa Carrara che ha messo in risalto come le contraddizioni storiche della nostra offerta, spesso inconciliabile, possano in realtà rappresentare l’unica opportunità di rilancio del turismo comprensoriale.

Extralberghiero raddoppia. Spariti 57 hotel tra il 2002 ed il 2012. Le strutture alberghiere sono passate dalle 175 del2002 alle 146 del 2012 (-57 unità, -28,1%) con una forte contrazione delle soluzioni ad 1 stella (-60 unità, -75,6%) e 2 stelle (- 36 unità, -46,8%) e un exploit dei 3 stelle (+15 unità, +34,1%) e 4 stelle (+ 6 unità, + 200%) con quest’ultima destinazione che ha visto aumentare le presenza ben del 40% a conferma di come l’aumento dei volumi sia stato seguito da un aumento della qualità dei servizi. L’altra reazione è la crescita verticale degli esercizi extralberghieri che sono quasi raddoppiati dai 155 del 2002 ai 286 del 2012 (+346,9%), il 60% concentrati in Lunigiana, dove ad incidere sono soprattutto gli 83 agriturismi (+24%) e gli affittacamere (+42 unità, 221%). È grazie al crescente peso delle strutture extralberghiere, il 60% concentrata in Lunigiana, che la domanda turistica “tira”, ma anche in funzione del rafforzamento della domanda da parte degli stranieri (+48,5%) con i tedeschi che preferiscono gli ostelli, i belgi gli agriturismi che hanno conosciuto una fase di forte espansione negli ultimi anni e gli alberghi di alta qualità (3 e 4 stelle), gli olandesi i campeggi e degli inglesi nelle case vacanza.

La spesa turistica.  In Lunigiana incide quasi il doppio sull’economia del territorio rispetot all costa: l’11,9% del Pil generando una spesa di circa 194,1 milioni di euro. Nella zona costiera il turismo incide “appena” del 6,76% generando però una spesa turistica di 470 milioni di euro. Quasi tre volte di più per una spesa turistica totale di 664,5 milioni di euro.

2.000 posti letto in più. L’aumento della destinazione extralberghiera ha prodotto, come naturale conseguenza, anche un incremento dei posti letto complessivi, circa 35.000 (+ 6,4%) in particolare nella tipologia affittacamere (+67.5%) ed agriturismi (+55%) maanche in misura minore all’offerta delle strutture più qualificate, i 4 stelle, con 162 nuovi posti creati nell’ultimo decennio (+36,6%). Importante il contributo delle R.t.a (+219%). Sono oltre 1.000 i posti persi tra gli hotel 1 e 2 stelle. Gli esercizi alberghieri hanno visto ridurre i posti letto di 93 unità (+1,4%), al contrario, gli extralberghieri di 2.203 unità (+8,5).

2014 anno nero. L’ultimo rapporto intermedio con i dati aggiornati risale al primo semestre dell’anno appena concluso con il 2013 che si era chiuso con una contrazione generale delle presenze (-13,8%) e degli arrivi (-10,7%). Le attese purtroppo non sono state tradite: il 2014 è stato uno dei peggiori per il nostro turismo con un calo di fatturato, secondo le previsioni, del 20%,l’8,8% sul fronte dell’occupazione rispetto all’anno precedente. È la costa a soffrire di più: nei tre comuni costieri il calo ha raggiunto il -26% in termini di fatturato e l’11% sull’occupazione. In Lunigiana è andata meno peggio: il calo del giro d’affari si è fermato al -19% mentre quello dell’occupazione al -4,5%. Sono gli alberghi la tipologie ricettiva più in difficoltà (-32%) insieme ai campeggi (-24%) e gli agriturismi (-21%). L’unico segmento che chiuderà in positivo è quello dei Bed & Breakfast (+13%). In leggera flessione le case per vacanze, segmento molto rilevante dei nostri flussi turistici, mentre accusano pesantemente il colpo gli stabilimenti balneari, con una perdita del giro d’affari superiore al -30% rispetto all’anno precedente, causato, a detta degli operatori, oltre che dal maltempo e dalla crisi economica, anche dal divieto di balneazione che si è registrato in particolare sul litorale massese. Questo forte calo ha inevitabilmente impattato anche sull’occupazione di queste strutture, con una perdita del -13%. Hanno lavorato molto meno quest’anno anche i ristoranti, bar e pizzerie (-25%), ma con riduzioni minime sul fronte occupazionale (-2,7%).

 

 

 

il tirreno