all argine carrioneUn interrogatorio per ottenere alcuni chiarimenti sulla realizzazione dell’argine che è venuto giù. A rispondere alle domande del pubblico ministero Vito Bertoni una persona che non finirà nel registro degli indagati ma che è stata utile per dare modo agli inquirenti di sciogliere le ultime riserve su quale persone indagare. I nomi verranno ufficializzati, nero su bianco, nelle prossime 48 ore. All’interrogatorio ha partecipato anche uno dei tre tecnici incaricati dalla procura di fare chiarezza sulla rottura dell’argine destro del Carrione che ha causato l’alluvione di novembre: l’ingegnere Andrea Biagiotti ha coadiuvato Bertoni andando nello specifico dei quesiti avanzati dal magistrato. Poi il pm si è chiuso nella stanza del procuratore capo Aldo Giubilaro e di concerto hanno individuato quali persone iscrivere con l’accusa di disastro colposo. Sono almeno due, ma forse saranno tre. I loro nomi? Finché non sono indagati formalmente non si conosceranno.
Biagiotti ha fornito un contributo fondamentale per questa accelerazione dell’indagine – i primi indagati inizialmente erano previsti per metà gennaio -, ma non soltanto lui. I nomi degli altri due periti che devono capire come mai si è rotto l’argine destro del Carrione sono importanti: il professore della Torre di Pisa e del Politeama e il commissario straordinario del terremoto in Lunigiana per l’inchiesta sull’alluvione. Si tratta del professor Raffaello Bartelletti, lo stesso che si è occupato della torre di Pisa e del crollo del Politeama, lo storico edificio di piazza Matteotti (che ospitava la sede degli anarchici). E dell’ingegner Giovanni Menduni già coordinatore dell’area innovazione del Comune di Firenze, ex direttore generale presso il Dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio e segretario generale dell’Autorità di bacino del Fiume Arno, e un anno fa commissario con l’importante incarico di gestire i fondi per l’emergenza terremoto della Lunigiana e Garfagnana dal presidente della Regione, Enrico Rossi e dal capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli.
I due professori hanno lavorato a fianco dell’ingegner Biagiotti, nominato fin dalle prime fasi dell’inchiesta. L’interrogatorio di ieri ha sciolto gli ultimi dubbi, il testimone ha ricostruito un particolare che non tornava al pool di periti. Insomma, ci siamo quasi.
il tirreno