Sul Pit, il Piano paesaggistico della Toscana, ora c’è accordo fra la Regione e le organizzazioni rappresentative degli agricoltori: Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Legacoop Agroalimentare e Confcooperative. “Sono state superate positivamente le incomprensioni e gli equivoci che erano emersi dopo l’adozione del piano da parte del Consiglio Regionale”. Lo ha detto il presidente Enrico Rossi, dopo che si sono svolti incontri con gli assessori Marson e Salvadori e diverse riunioni con tecnici sia della Regione che delle organizzazioni agricole. “E’ stato un lavoro proficuo – ha sottolineato il presidente – che ha portato a superare le divergenze dopo una lunga serie di confronti, anche serrati, sulle previsioni che avevano dato luogo alle incomprensioni, e che si sono concretizzate in specifiche osservazioni da parte delle associazioni degli agricoltori”.
“Le modifiche che saranno introdotte nel testo in risposta alle osservazioni – ha spiegato Rossi – consentiranno di migliorare e qualificare ulteriormente il piano paesaggistico, eliminando ogni fraintendimento sulla natura delle disposizioni e sugli obiettivi di valorizzazione dell’agricoltura che vogliamo perseguire. Grazie a queste modifiche il Pit riuscirà a valorizzare ancora meglio il ruolo dell’agricoltura, soprattutto sul piano della multifunzionalità, che oggi viene enfatizzato dalle politiche europee e si riuscirà ad ottenere anche uno snellimento delle procedure, che andrà a beneficio di tutti. E’ un lavoro impegnativo. Ringrazio per questo tutti coloro (assessori, tecnici e organizzazioni agricole), che con il loro lavoro hanno consentito di approfondire in modo proficuo il merito delle osservazioni”.
Ecco i punti principali del Piano paesaggistico che valorizzano il settore agricolo:
Tutela del territorio agricolo contro l’eccessiva urbanizzazione – Il piano contiene misure volte a evitare il consumo e la frammentazione del territorio agricolo, sia in collina, sia in pianura e a fondovalle, per opere di urbanizzazione non agricole. Questo darà nuove possibilità di sviluppo anche all’agricoltura periurbana.
Recupero delle aree già agricole ricolonizzate da arbusteti o boschi – Con la revisione della definizione di bosco, e della conseguente tutela paesaggistica imposta dalle norme statali, sarà possibile il recupero di aree ex agricole invase dal bosco negli ultimi decenni, dando così impulso allo sviluppo dell’agricoltura e dando opportunità anche ai giovani ‘senza terra’ che vogliono dare avvio ad imprese agricole.
Qualità dei paesaggi rurali – Il piano paesaggistico rivolge una nuova attenzione alla qualità dei paesaggi rurali. Potranno essere promossi specifici “progetti di paesaggio” per i diversi territori rurali, per garantire un’immagine coerente dei luoghi, con procedure semplificate per le trasformazioni che vanno in questa direzione.
Osservatorio regionale per il paesaggio – Un osservatorio regionale per il paesaggio, che sarà articolato sul territorio, garantirà la possibilità di valutare tutte le questioni che dovessero presentarsi in futuro, promuovendo anche eventuali integrazioni o modifiche. Sarà questo uno strumento importante perché il piano possa configurarsi nel tempo come strumento di valorizzazione reciproca fra paesaggio e agricoltura.
“Con la rielaborazione della disciplina di piano che stiamo portando a termine – ha concluso Rossi – vengono definiti meglio i caratteri, le finalità ed i limiti delle diverse disposizioni e si forniscono indicazioni chiare agli Enti di pianificazione. Il lavoro in corso ha l’obiettivo di evidenziare più chiaramente – ha sottolineato ancora il presidente – il valore essenziale della buona agricoltura come componente primaria del paesaggio ed argine fondamentale ai fenomeni di abbandono e di consumo di suolo”.
“In questo quadro inoltre – ha aggiunto Rossi – viene sciolto ogni dubbio su una delle principali richieste del mondo agricolo, ossia che non possono esserci interferenze nelle scelte colturali delle imprese agricole da parte degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica, fatti salvi, naturalmente, i casi specifici previsti dal Codice del paesaggio”.
“Entro la fine della legislatura, grazie all’approvazione definitiva del Piano e alla nuova Legge sul governo del territorio – ha concluso il preseidente Rossi – porteremo a termine un lavoro che pone la Toscana all’avanguardia nelle politiche di difesa del territorio, contro un degrado le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e riusciremo a coniugare tutela e sviluppo, regole certe e semplificazione, salvaguardia del paesaggio e valorizzazione economica, a partire dall’agricoltura”.