carabinieri autoQuesta mattina, i militari della Compagnia Carabinieri di Carrara hanno effettuato un vasto ed approfondito servizio di controllo presso il noto campo nomadi del “Lavello”, ad  Avenza. L’ attività, che ha avuto inizio alle ore 7 circa e che si è protratta per alcune ore, ha visto impegnati numerosi Carabinieri che hanno avuto modo di identificare all’interno dell’area interessata  34 persone;16 le unità abitative controllate e 14 i veicoli ispezionati; i ocali e le autovetture sono state sottoposte a perquisizione, volta alla ricerca di armi o di refurtiva, con esito tuttavia negativo. Successivamente i militari, alla luce del precario stato in cui è stata trovata la rete elettrica che rifornisce il campo, hanno deciso di eseguire, con l’indispensabile ausilio del personale di sicurezza aziendale e personale tecnico dell’Enel, dei mirati accertamenti volti a verificare, da un lato, lo stato di sicurezza delle linee e dall’altro la regolarità della relativa fornitura. Nell’ambito di questi controlli, resi difficoltosi dallo stato di degrado dei luoghi e dall’evidente manomissione di alcuni impianti, i tecnici intervenuti hanno avuto modo di riscontrare l’esistenza di un contatore, anch’esso palesemente alterato, non censito dall’azienda fornitrice seppur perfettamente funzionante, che, senza addebitare ad alcuno il relativo consumo, in quanto collegato direttamente alla linea dell’Enel, forniva regolarmente energia elettrica. I successivi controlli dei militari e dei tecnici hanno consentito di appurare che il contatore in questione, mediante dei cavi abusivamente allacciati allo stesso, erogava corrente a due distinte abitazioni, situate all’interno del campo nomadi e distanti alcune decine di metri dal punto della verifica. Alla luce di quanto riscontrato, i Carabinieri della Stazione di Avenza conducevano presso il proprio Comando due persone, un uomo ed una donna, residenti e domiciliate presso le due citate abitazioni, di nazionalità bosniaca, pluripregiudate, che dopo gli accertamenti del caso, venivano dichiarate in stato di arresto con l’accusa di furto aggravato di energia elettrica. Le stesse, concluse le formalità di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, venivano ricondotte presso le proprie abitazioni, in regime di arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo.