SCIARPA ROSAC’è quasi un’atmosfera nostalgica, atmosfera di tempi passati, di donne raccolte intorno al camino nelle sere d’inverno, di chiacchiere in cortile, alla brezza della sera. Tempi in cui le donne vedevano la strada in salita, ma erano certe che insieme quella salita l’avrebbero affrontata meglio. La dimensione collettiva della femminilità e della maternità. Una socialità in rosa, un filo – e l’immagine non è casuale – che unisce. Unisce la nonna, mai stanca, alla studentessa universitaria, piena d’ardore e di speranza, la mamma che ha lasciato il lavoro, all’impiegata che in ufficio ci va ogni mattina. Il mondo delle donne, di quelle migliaia che hanno abbracciato i ferri da maglia e, con il magico ticchettio di sottofondo, hanno creato 6mila sciarpe rosa, chilometri di filo intrecciato a disegnare geometrie, fiori, pom pom. Per urlare che le donne insieme possono farcela, per ribadire che volersi bene è importante, per ricordarsi che il tumore è una brutta bestia, ma può essere sconfitto. Combattere la malattia con la prevenzione e con la condivisione. Dell’esperienza e del dolore.

La sezione apuana della Lilt (lega italiana contro i tumori) sceglie una sciarpa da record per la sua campagna di ottobre volta alla prevenzione del cancro al seno. Le donne massesi sferruzzano per mesi, oltre 13 chilometri di sciarpe e conquistano il podio italiano. La conferma arriva  in una piazza Aranci dai toni rosati: decine di donne, alla presenza di un ingegnere “misuratore” e di un notaio, svolgono rotoli e rotoli. Dalla 10 del mattino al buio: nessuno, dal Trentino alla Sicilia, ha mai fatto una sciarpa così lunga. Metri e metri di lana per sentirsi avvolte, partecipi e combattive. Per unire il 4 febbraio, giornata mondiale contro il cancro, alla campagna “nastro rosa” per la prevenzione del cancro al seno. Proprio lo scorso febbraio – ricorda Angela Maria Fruzzetti, vicepresidente provinciale della Lilt – le donne impugnano i ferri da maglia e non perdono neanche un minuto.  In 8 mesi,  intrecciano il filo rosa e creano. Uniche regole: colore rosa, lunghezza 1 metro e mezzo, larghezza 25 centimetri. Il resto è fantasia. Anche in riva al mare si parla di quella fantomatica sciarpa che scalderà l’inverno massese: le turiste decidono di rinunciare alla tintarella e darsi alla maglia. La notizia vola persino oltre confine e alla sede massese della Lilt arrivano rotoli rosa dalla Tunisia, dalla Francia, dalla Germania. Si aggiungono decine di donne del Sud, di Taranto, di Molfetta. Il Centro commerciale Naturale fa la sua parte e lavora senza sosta, l’associazione femminile Mafalda è da mesi in prima linea, accanto alla Lilt, la Proloco di Marina sprona a sferruzzare, i ragazzi di Aics Musica e Spettacolo fanno l’impossibile perché la giornata in piazza Aranci, ieri, vada al meglio. E ce la fanno.

L’8 novembre, in piazza Aranci, la sciarpa sarà ancora srotolata e venduta: il ricavato servirà per comprare un ecografo e aprire un ambulatorio per visite gratuite. E la conferma  del traguardo raggiunto sono gli occhi commossi delle donne: delle pensionate, delle mamme che hanno fatto i salti mortali per consegnare la loro sciarpa, delle giovanissime che l’arte di farsi un bel maglione l’hanno scoperta ora ora, delle prof, delle dottoresse. Una sciarpa che di titoli e gradi non se ne frega davvero nulla. Maria Friuli ed Elisa Rossi hanno sferruzzato ore ed ore, ma soprattutto, insieme ad altre amiche, hanno cucito insieme il lavoro di tante. Quando i pezzetti fanno l’unità: «Abbiamo lavorato a maglia all’Apt, nel reparto di oncologia (che, con la dottoressa Marinucci con i ferri sotto braccio, ha sostenuto e promosso l’iniziativa), nella piazzetta della Conca». Anche in inverno quando ogni sabato «qualcuno ci offriva un tè caldo». Lavorato con gioia perchè – Carla Dolfi ci tiene a dirlo – «ci siamo divertite tanto e fatte delle gran risate» che fanno bene alla salute.

 

 

IL TIRRENO